ALTAVILLA. Arresti domiciliari per Antonio De Rosa, il 35enne di Altavilla Silentina, titolare di un’azienda zootecnica, accusato di tentato omicidio plurimo e resistenza a pubblico ufficiale, per aver tentato d’investire, in preda ad un raptus di follia, la madre, due carabinieri della locale Stazione e l’operaio di un vicino di casa. L’interrogatorio di garanzia, durato circa un’ora, si è tenuto stamane nel carcere di Fuorni, in presenza del legale difensore dell’indagato, l’avv. Angelo Di Perna, il pm Vincenzo Montemurro e il gip Emiliana Ascoli del Tribunale di Salerno, che ha convalidato l’arresto e disposto i domiciliari presso l’abitazione di famiglia: questo perché è decaduta l’accusa di tentato omicidio nei confronti della mamma. Ipotesi di reato che resta a carico dell’indagato, invece, per quanto riguarda il tentato omicidio di due sottufficiali dei carabinieri, Massimiliano Mirra e Pierpaolo Coppola, e dell’operaio 50enne Arcangelo Ariete di Capaccio, che stava mietendo fieno di cui De Rosa rivendicava l’appartenenza. Confermata anche l'accusa di resistenza a pubblico ufficiale. “Ad oggi la soluzione degli arresti domiciliari è soddisfacente – commenta l’avv. Angelo Di Perna, difensore dell’indagato - la vicenda è stata spiegate uscendone ridimensionata e sono convinto che il dibattimento ne chiarirà in via definitiva gli aspetti, perché appare più una lite eccessiva che altro. Devo dare atto alla condotta dei carabinieri della Stazione di Altavilla Silentina, i quali, con prudenza e professionalità, hanno contenuto la situazione”.
Il De Rosa, giovedì scorso, a bordo del proprio trattore, era partito all’inseguimento di un vicino lungo un sentiero interpoderale in località Quercioni, quasi mettendo sotto dapprima la madre, l’operaio capaccese e successivamente i due marescialli dell’Arma, costretti a lanciarsi in un canale consortile per evitare di finire sotto le enormi ruote del mezzo agricolo, che ha concluso la sua marcia sotto un traliccio dell’Enel, dove poi i due carabinieri hanno raggiunto ed arrestato il 35enne al termine di una convulsa colluttazione. Dopo aver ascoltato alcuni testimoni, è venuto fuori che la furibonda lite tra i due confinanti era scoppiata per motivi legati allo stoccaggio di alcune balle di fieno che il De Rosa aveva allocato in un terreno del vicino, R.B. di Capaccio, coltivatore di pistacchi.