CAPACCIO. L’uscita del Comune di Capaccio Paestum dal Consorzio Farmaceutico Intercomunale ritorna al centro del dibattito nella città dei Templi. Dopo che il sindaco, Pasquale Marino, aveva mosso accuse contro la gestione clientelare dell’ente (di cui Capaccio era tra i comuni soci e fondatori), sottolineando che “lo scopo del Consorzio è di fornire un servizio sociale, non un bacino di voti o un mezzo per affidare poltrone agli amici di turno”, è intervenuto a mezzo stampa sull’argomento il consigliere di minoranza, Giuseppe Troncone (nella foto): “Le accuse al centrodestra di gestione clientelare mosse dal sindaco partono da una persona che ha approvato, se non caldeggiato, l’assunzione presso la farmacia comunale di Capaccio di una parente. Accettare il gioco democratico ed ammettere i propri errori è segno di maturità che non sarà mai propria di chi, con arroganza, vive la rappresentanza come momenti di potere e non di servizio. È facile dire o pensare, sino a quando si comanda, che va tutto bene anche se faccio debiti che altri devono accollarsi”.
Per quanto riguarda le assunzioni, Troncone ha evidenziato che “nessuno ha detto che esse siano irregolari. Resta però il fatto che bisogna comunque verificare, nella considerazione che sono in perfetta distonia con la legislazione vigente in materia di chiamata nominativa (non diretta) al lavoro presso la pubblica amministrazione. Le quote di partecipazione al Consorzio sono state acquistate con soldi pubblici, per la qual cosa è da ritenere che le assunzioni per legge, etica politica e morale siano fatte in modo diverso”.
Sulla questione del disavanzo di 700mila euro del Consorzio Farmaceutico Intercomunale, sostenuto da Marino, Troncone taglia corto: “Qualcuno non legge bene i bilanci. Solo se si tengono conto i consuntivi degli ultimi due anni, siamo già ad oltre 1,5 milioni di euro di perdite. Se a questi si aggiungono i disavanzi pregressi da verificare e le plusvalenze, si arriva a 9 milioni di euro”.