AGROPOLI. Il Comune di Agropoli sta avviando le procedure per l’esproprio del faro, da anni al centro di vicende giudiziarie. Circa dieci anni fa, la costruzione è stata acquistata nel dicembre 2009 dall’avvocato Vico Vicenzi, dopo essere stata sdemanializzata e messa in vendita all’asta. Ora il Comune ha iniziato un lungo contenzioso giudiziario con il proprietario: il sindaco Franco Alfieri, infatti, con una delibera ha incaricato gli uffici comunali competenti di valutare la necessità di espropriare il bene. “L’acquisizione dell’immobile – si legge nel deliberato – è di notevole importanza per la realizzazione del programma politico e amministrativo di valorizzazione del centro storico. È opportuno predisporre una progettazione per l’acquisizione al patrimonio comunale dell’immobile, attraverso un esproprio per destinarlo a sede per attività culturali”.
“La notizia dell’avvio di una procedura di esproprio mi ha sorpreso molto – commenta Vicenzi – Questo ancora una volta mi induce a differire i lavori con il rischio di far diventare la casa, già abbastanza fatiscente, un rudere. L’ex sindaco Antonio Domini addirittura ha pagato il prezzo della casa tre anni dopo il mio acquisto, dando 131mila euro, il prezzo dell’aggiudicazione, al Demanio che non era più proprietario, spendendo i soldi inutilmente”. Il Comune, che ha tra l’altro pagato al Demanio l’alloggio del guardiano del faro, non recupererà quei soldi poiché il Demanio sembra abbia dichiarato di non avere disponibilità economica per la restituzione.
“Il mio appello è di evitare un’azione giudiziaria che potrebbe tradursi in un ulteriore insuccesso per il Comune. non mi sembra che possano addursi i presupposti necessari rappresentanti dalla pubblica utilità. La casa non è stata acquistata dal Comune – commenta Vicenzi – quando la legge gli consentiva di comprarla direttamente. Per questo il Ministero delle Finanze è stato costretto a bandire un’asta che altrimenti non avrebbe fatto. Va ricordato, inoltre, che se la casa fosse stato un bene di pubblico interesse non sarebbe stata sdemanializzata. La procedura espropriativa dipende dal prefetto e non dal sindaco. Qualora dovesse essere accolta scenderò anche io in campo perché credo di poter esercitare il diritto di proprietà”.
Ma all'accusa di aver speso inutilmente 131mila euro versati al Demanio per l'acquisto dell'alloggio del guardiano del faro, l'ex sindaco Antonio Domini non ha fatto attendere la sua replica: "Da sindaco ho versato al Demanio quella cifra in esecuzione di una delibera dell'Amministrazione Serra per acquisire al patrimonio comunale un pezzo di storia ed evitare che questo finisse nelle mani di un privato. La mia Amministrazione, pertanto, non ha sprecato nemmeno un centesimo. Con profonso rammarico, ho appreso della decisione di assegnare la casa del guardiano del faro non al Comune ma ad un privato". All'epoca, il Demanio mise in vendita il bene durante l'Amministrazione Serra e il Comune esercitò il diritto di prelazione con una delibera di Giunta invece che con una delibera del Consiglio. Per questa contestazione mossa dal Demanio, il Comune perse il diritto di prelazione. "Quei soldi non sono stai buttati - continua Domini - ma semplicemente accantonati. Se il Demanio non consegna il bene al Comune deve necessariamente ridare la somma versata". Sulla procedura dell'esproprio, Domini si dice favorevole: "Avrebbero dovuto seguire la stessa procedura anche con il castello, evitando così di pagarlo a peso d'oro".
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