FISCIANO. L'apporto scientifico sarà un altro tassello importante in questa azione che sta mobilitando le forze del territorio intorno alla creazione dei Distretti rurali, agroalimentari di qualità e di filiera delle aree interne e protette della Provincia di Salerno. Ecco quindi che anche l'Università di Fisciano accetta la “sfida” che parte dai territori e dalle aziende, e che sarà basata su quattro fattori portanti per combattere una crisi che non vede via d'uscita: organizzazione, trasparenza, competenza ad innovazione. “E' ora di scendere tutti in campo – ha esortato Vincenzo Galdi del Dipartimento di Ingegneria Industriale (inviato dal rettore Aurelio Tommasetti a sostituirlo nell'incontro tenutosi presso il comune di Fisciano) – la nostra Università dà piena disponibilità con il coinvolgimento delle diverse strutture dipartimentali. I distretti possono generare una struttura snella con regole trasparenti, e l'Università sarà un punto d'incontro nell'individuare le priorità delle linee d'azioni”. E un esempio del collegamento tra mondo scientifico e aziende arriva da Marisa Di Matteo del Dipartimento di Ingegneria Industriale che sta lavorando a diverse sperimentazioni per rendere alcuni prodotti locali più commerciabili presso le grandi catene: “Il nostro campo di ricerca fa rete con le problematiche del commercio – spiega Di Matteo - e facciamo una continua sperimentazione perché il mondo dell'università è vicino più che mai al territorio”. Sarà anche quindi l'Università di Salerno insieme ad altre realtà scientifiche, a cogliere questa opportunità per “un nuovo modello economico gestionale “rigenerativo” e dal basso – come evidenzia Anna Pina Arcaro, responsabile del Comitato Promotore per l'istituzione dei Distretti – e sarà un modello mirato alla risoluzione di problematiche dei territori svantaggiati in un'ottica di riequilibrio, rinascita territoriale e di sviluppo locale partecipativo”. E così a fare da “area cerniera” tra il Cilento, Alburni, Vallo di Diano e la Costiera amalfitana, ci saranno i territori dei Monti Picentini con Baronissi, Fisciano e Calvanico, inserendo nella rete anche la filiera agroalimentare delle nocciola Igp. “E' un'opportunità che non va sprecata – afferma Francesco Gioia, assessore alle Finanze del Comune di Fisciano – il Distretto potrebbe essere la vera novità perché oltre a valorizzare i prodotti e a metterli in rete, dà notevoli vantaggi fiscali utili per far ripartire l'economia e a rendere produttiva la “tonda di Giffoni””. Della stessa opinione è Sandro D'Arco dell'associazione Arco della Speranza di Fisciano: ”Occorre un' agricoltura multifunzionale dove la nocciola è inserita in un contesto territoriale. Il paesaggio diventa così fondamentale ed essenziale nell'ottica del “rigenerativo”. E ad accompagnare questo percorso ci saranno anche le organizzazioni di categoria come la Confederazione Italiana Agricoltori di Salerno e la Confagricoltura. “C'è un fermento in questa provincia intorno alla creazione dei Distretti che non vedo altrove – evidenziaCarmine Pecoraro, presidente Cia – il concetto di sistema qui è più forte che altrove e dobbiamo fare in modo di concentrarci sull'obiettivo, che siamo sicuri potrà dare la svolta necessaria ad un'economia in crisi”. Presenti all'incontro Serafino de Salvo, assessore attività produttive del comune di Baronissi che ha evidenziato come “I Distretti siano uno strumento efficace e valido per il rilancio di tutto il settore e foriero di effetti benefici”, Rosa Pepe del Cra di Pontecagnano che sta accompagnando attivamente il percorso del Comitato promotore; Filippo Diasco Direttore Generale Agricoltura della Regione Campania; Gennaro Capo Sindaco di Castel San Lorenzo, comune capofila; Gennaro Mucciolo, consigliere regionale e primo firmatario della legge sui Distretti.