POLLICA. E adesso bisognerà mettere un po’ in ordine le cose. Le piste sull’indagine per chiarire chi ha ucciso Angelo Vassallo continuano ad essere battute, sezionate sui quotidiani. Vere e proprie inchieste, però dissonanti tra loro. Ognuno spinge per la propria ipotesi sui moventi che lo scorso 5 settembre hanno provocato l’omicidio del sindaco-pescatore. Mentre gli inquirenti non confermano né smentiscono, nemmeno sulle ricerche del presunto killer, un 30enne salernitano, che si troverebbe in Colombia, a Medellin, c’è chi, come “Il Nuovo Salernitano”, porta avanti la tesi che il pregiudicato si sia rifugiato in Brasile. In tre mesi, insomma, poche certezze, ancora tanti dubbi.
“Il Mattino” continua ad esprimere la motivazione dell’opposizione di Vassallo al progetto di lottizzazione che riguarderebbe la zona di San Nicola a Mare, posta a confine tra i comuni di Montecorice ed Acciaroli. 150 appartamenti. Se ne discusse nell’ormai famosa cena del 17 agosto. Vassallo rifiutò di sedersi a quel tavolo. Per questo, diciannove giorni dopo venne assassinato. Da sottolineare l’intervento di Franco Roberti, Procuratore della Repubblica di Salerno, che ritiene l’inchiesta giornalistica basata su “elementi tutt’altro che infondati”.
“La Città” ripropone il tema della telecamera a circuito chiuso installata al porto di Acciaroli, al centro di polemiche, e soprattutto dell’intervento dell’alto ufficiale dei carabinieri, in vacanza nel centro costiero cilentano, che l’avrebbe fatta rimuovere, nei giorni successivi all’omicidio. Ora spunta la possibilità che in quelle immagini, al vaglio del Ris, ci sia il volto di un’altra persona finita nel mirino degli investigatori. Roberti rilascia dichiarazioni anche su questo quotidiano, definendo “illazioni” le notizie sulla presunta fuga di un sospettato in Colombia. In tutto questo baillame, resta un dato di fatto, incontrovertibile. A chi bisogna credere? Tante voci, poca chiarezza. E da Acciaroli, dove il clima è ancora molto teso, giungono le richieste di fare presto, di assicurare quanto prima l’assassino alla giustizia. Lo chiede a gran voce la figlia Giusy, dopo 86 giorni di dolore e continua attesa.
Marco Rizzo © StileTV
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