Attualità
OPERAZIONE DEI NAS: DENUNCIATO TITOLARE
OPERAZIONE DEI NAS: DENUNCIATO TITOLARE
Serre, mozzarella col trucco e formaggi affumicati in un furgone: sequestrato caseificio
Comunicato Stampa
22 gennaio 2015 09:09
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SERRE. Prosegue l’attività d'iniziativa dei Carabinieri dei NAS nel comparto alimentare a tutela del consumatore, dal punto di vista sia sanitario che commerciale, con la vigilanza sulla genuinità degli alimenti e con la repressione dei comportamenti illeciti che incidono sulla concorrenza industriale finendo per ripercuotersi anche sull'immagine di prodotti tipici. Una particolare e costante attenzione viene rivolta a quei prodotti locali noti e distribuiti sia in ambito nazionale che internazionale come la mozzarella che, per le modalità di produzione, si presta a svariate modalità di sofisticazione. In quest'ambito si colloca un'operazione effettuata dai Carabinieri del NAS di Salerno, diretti dal cap. Gianfranco Di Sario, e coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Salerno, dalla quale è emerso che un caseificio in agro del comune di Serre produceva mozzarella senza approvvigionarsi di latte. Nello specifico, la verifica del sito produttivo ha permesso di accertare la presenza di ingenti quantitativi di cagliata proveniente dall'Est Europa (un semilavorato che consente di accorciare i tempi produttivi e ottenere, con costi notevolmente inferiori, un prodotto finito che ha caratteristiche di consistenza ed organolettiche completamente differenti dal formaggio a pasta filata tutelato dal DOP) e un anomalo, ingiustificato accumulo di prodotti caseari di ogni tipo e sorta, provenienti da altri caseifici e dalla grande distribuzione alimentare. Alcuni di questi prodotti sono risultati ancora in corso di validità, taluni scaduti ed altri, addirittura, in stato di intervenuta alterazione (nelle foto). La presenza nel caseificio di mozzarella asseritamente ottenuta da latte bufala e le avvenute forniture a pizzerie e ristoranti, a fronte dell'assenza di latte da impiegare come materia prima, ha consentito di dedurre che il casaro effettuava la produzione mescolando alla cagliata i latticini ritirati dal mercato, addizionandoli con prodotti chimici quali acido cinico e ipoclorito di sodio (anch'essi rinvenuti nel caseificio), per rendere il prodotto finito artificiosamente più presentabile e gustoso. Anche la modalità di affumicatura dei prodotti lattiero-caseari era ottenuta con un sistema impensabile e pericoloso per la salute, in relazione alle attrezzature e ai combustibili impropri impiegati (cartone stampato ed altro materiale di rifiuto), infatti, come camera per l'affumicatura veniva impiegato il retro di un furgone in disuso, nel quale venivano collocati gli alimenti sui quali venivano convogliati i fumi prodotti in fusti metallici dotati di impropri comignoli di fortuna. L’attività si è conclusa con la denuncia all'Autorità giudiziaria del titolare del caseificio per la detenzione di prodotti alimentari in cattivo stato di conservazione e destinati alla frode commerciale, in quanto preparati con ingredienti non più genuini e provenienti da attività produttiva altrui, nonché per i reati ambientali connessi allo smaltimento dei rifiuti ed all'illecita attività di affumicatura di alimenti.
Si è proceduto, altresì, alla chiusura del caseificio per motivi sanitari a causa delle gravi carenze riscontrate e del rischio di contaminazione per gli alimenti prodotti, al sequestro dell'area e delle rudimentali attrezzature destinate all’affumicatura e al sequestro sia dei prodotti caseari non tracciati sia del prodotto in lavorazione, per complessivi 700 kg ed un valore di circa 10.000 euro.
La pervicacia del casaro nel perseverare nell'illecita condotta ha reso necessario un nuovo intervento da parte dei militari del NAS dopo appena 24 ore dal primo controllo. Nell'occasione, è stato riscontrato che l'imprenditore, non curandosi dell'ordine di chiusura del caseificio, aveva ripreso l'attività di produzione con le medesime tecniche per le quali era stato deferito all'Autorità giudiziaria poche ore prima. Pertanto, oltre a denunciare nuovamente il titolare del caseificio per l'inottemperanza al provvedimento di chiusura e la ripresa dell'attività di frode alimentare mediante vendita di prodotti falsamente etichettati come di produzione propria, si è reso necessario il sequestro dell'intera attività produttiva, stante l'illecita riattivazione della lavorazione.




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