CAPACCIO PAESTUM. Raggiri telefonici con numeri a pagamento 899: i magistrati della prima sezione penale del Tribunale di Salerno, in composizione collegiale, hanno condannato a 4 anni di reclusione i due fratelli capaccesi D.N. e G.N. insieme ad un altro capaccese S.A., loro complice. I tre sono stati condannati per il reato di associazione per delinquere finalizzata alla truffa, ma prosciolti per l’ipotesi di truffa ai danni di Telecom Italia, poiché di fatto non si è formalizzata: la sentenza di primo grado è stata emessa dal giudice Sergio De Luca. Nello specifico, il Tribunale ha escluso che la società telefonica potesse essere soggetto danneggiato dal reato di truffa, rigettando così la sua richiesta di risarcimento. Anzi, la sentenza ha previsto il sequestro di una somma pari ad oltre 700.000 euro proprio dalle casse di Telecom, che sarebbe provento di reato. Il Tribunale ha, così, assecondato la teoria dei difensori degli imputati, gli avv. Francesco Giuseppe Catullo e Marcello D’Aiuto, i quali, nel corso dell’istruttoria dibattimentale hanno fatto emergere l’interesse economico di Telecom alle condotte che, la stessa società, denunciava come truffaldine. Nel corso delle ultime udienze, proprio per dimostrare che Telecom non avesse subito alcun danno economico, ma anzi fosse stata avvantaggiata dalle condotte degli imputati, i legali Catullo e D’Aiuto hanno chiesto ed ottenuto che la società depositasse un documento con l’indicazione delle somme trattenute e non assegnate. Tale documento è servito al Tribunale di Salerno per escludere il risarcimento a Telecom Italia ed, anzi, per sequestrare nelle sue casse l’intera somma di 700.000 euro: mantenuto anche il sequestro conservativo a carico degli imputati solo riguardo a somme utili a coprire le spese procedurali, ma ha disposto il dissequestro degli altri beni, tra cui una Ferrari 575 Maranello. I tre complici avevano architettato un sistema per simulare la provenienza di sms dal gestore Telecom, al fine di indurre ignari utenti a comporre numerazioni a pagamento 899 per ottenere, invece, altri servizi con costi aggiuntivi, ottenendo un profitto di 15 euro a chiamata. Un maxi raggiro che, secondo gli inquirenti, aveva fruttato introiti per oltre 500mila euro in un solo anno di attività. Il collegio difensivo dei condannati ha già preannunciato ricorso in Appello contro la sentenza di primo grado.