CAPACCIO. Falsi braccianti e maxi truffa all’Inps. A processo 21 persone, tra cui consulenti del lavoro, commercialisti, titolari di aziende, segretarie, collaboratori e perfino assistenti d’ufficio, che secondo le ipotesi investigative avrebbero partecipato al sistema fraudolento pur di intascare indennità previdenziali previste in agricoltura. A disporre il rinvio a giudizio il gip Vincenzo Di Florio del Tribunale di Salerno, cha ha fissato l’inizio del dibattimento per il 6 luglio prossimo, accogliendo le richieste dei pm della Procura di Salerno, Vincenzo Montemurro e Guglielmo Valenti, titolari dell’inchiesta, che avevano chiesto anche di contestare, ad alcuni soggetti coinvolti, l’associazione per delinquere finalizzata alla truffa aggravata.
A processo, dunque, Domenico Volpe, 60enne commercialista di Capaccio, insieme all’assistente del suo studio Loredana Russo, 44enne di Capaccio; Domenico Alfano, 70enne di Eboli; Gerardo Alfano, 50enne di Eboli; Abdelouahed Chatibi, 37enne marocchino residente ad Eboli; Ioan Vasile Chindris, 35enne rumeno residente ad Eboli; Italia Coppola, 53enne di Serre; Giovanni Cuffa, 66enne di Pontecagnano; Barbara D’Amato, 35enne di Eboli; Carmine Di Cristo, 49enne di Giffoni Sei Casali; Adriano Esposito, 29enne di Salerno; Antonio Guida Festosi, 49enne di Pontecagnano; Raffaella La Brocca, 45enne di Eboli; Giuseppe Limoncelli, 66enne di Eboli; Mariantonio Manzo, 56enne di Battipaglia; Carmine Memoli, 77enne di Salerno; Fabio Memoli, 38enne di Salerno; Marco Siano, 37enne di San Cipriano Picentino; Camillo Totaro, 65enne di Giffoni Sei Casali; Gianluca De Marco Tura, 41enne di Salerno; Francesca Antonia Zito, 53enne di Baronissi. Stralciata la posizione di Giovanni Truono, con gli atti rinviati al pm per precisare il capo d’accusa.
Secondo l’accusa, aveva base a Capaccio ma si estendeva in tutta la Piana del Sele la maxi truffa all’Inps scoperta dalla Procura di Salerno, che aveva emesso avvisi di conclusione delle indagini preliminari a carico di 25 persone, accusate a vario titolo di “associazione per delinquere finalizzata alla truffa aggravata ed al falso ideologico in atto pubblico, in maniera stabile e con reiterazione continuativa nel tempo, al fine di commettere una serie indeterminata di delitti contro il patrimonio, specialmente ai danni dell'INPS e di enti pubblici preposti al versamento di contributi in agricoltura”. L’indagine, scattata dalla denuncia degli ispettori dell’Inps e condotta dal pm Vincenzo Montemurro e dal sostituto procuratore Guglielmo Valenti, ha interessato un periodo di 5 anni, dal 2006 al 2010. Nei guai sono finiti i titolari di sette aziende di Eboli e due di Pontecagnano Faiano, contestate in tutto 797 assunzioni fittizie per un danno complessivo all’istituto previdenziale di circa 970mila euro: in particolare, nel 2007, una srl ebolitana incassò ben 409mila euro assumendo 144 persone. Tali ditte, spesso non essendo addirittura proprietarie di fondi o terreni, al fine di intascare contributi ed indennità di disoccupazione, maternità e malattia erogati dall’Inps, avrebbero assunto in maniera fittizia braccianti agricoli, spesso compiacenti. Secondo gli inquirenti, il maxi raggiro sarebbe stato architettato dallo studio di consulenza di Capaccio, diretto dal commercialista Volpe, insieme all’assistente Russo, in qualità di organizzatori del sodalizio criminoso insieme ad altri sei imprenditori agricoli salernitani: per costoro, il reato contestato dai magistrati salernitani è quello di cui all'art. 416 co. 1, 2, 3 cp.