CAPACCIO. Era affetta da un tumore che fu curato, però, come ascesso: continuano le indagini sul caso di una donna capaccese di 43 anni, Giovanna D’Alessandro, deceduta nel 2014 per un carcinoma al seno che i medici scambiarono per un ascesso, che fu curato con una terapia antibiotica. Ancora in corso le indagini della Procura di Salerno, che ora punta ad altri accertamenti mentre, ieri, il giudice per le indagini preliminari ha proceduto con l’archiviazione della posizione di due dei 10 indagati, stralciata dall’inchiesta nei confronti di altre 8 persone, tra medici ed infermieri, che non si sarebbero accorte, né nel corso dell’intervento chirurgico né durante le medicazioni, che la donna era affetta da una neoplasia che, in meno di due anni, l’avrebbe portata alla morte. Questo è quanto ritengono i familiari, che lo scorso giugno si opposero alla richiesta di archiviazione del procedimento per lesioni colpose. La vicenda della 43enne capaccese iniziò nel 2011, quando il medico curante della donna individuò come zona adiposa un incavo formatosi su una mammella. Nei mesi successivi, la diagnosi cambiò e si parlò di un ascesso mammario e la donna, il 30 luglio 2012, si ricoverò all’ospedale di Battipaglia con questa diagnosi: fu sottoposta ad un intervento di incisione ed un drenaggio, poi dimessa con l’indicazione terapeutica di assumere antibiotico per poi tornare in ospedale, il giorno dopo, per la medicazione. Di medicazioni, però, se ne dovettero fare nove, con il medico curante che successivamente ne prescrisse altre otto perché continuavano ad essere presenti secrezioni ematiche. Solo dopo molto si arrivò a capire che, in verità, la donna era affetta da un carcinoma.