ISERNIA. "La mia casa non può essere benedetta perché dentro c'è l'urna che contiene le ceneri di mio figlio. Non è possibile". È lo sfogo di un 60enne di Isernia che a novembre dell'anno scorso ha perso un figlio di 30 anni. I suoi organi sono stati donati e consentono di vivere a sette persone. Il vicario del vescovo, in merito alla benedizione non impartita dai sacerdoti, ha spiegato che "lo prevede il nuovo rituale funebre, disciplinato dalla liturgia" (fonte Ansa).