Attualità
CAMBIO DI PARROCCHIA PER DIVERSI SACERDOTI STORICI
CAMBIO DI PARROCCHIA PER DIVERSI SACERDOTI STORICI
Capaccio, Laura: don Carlo trasferito ad Agropoli, fedeli in rivolta polemizzano col vescovo
Redazione
10 agosto 2015 10:59
Eye
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CAPACCIO. Il vescovo della diocesi di Vallo della Lucania, mons. Ciro Miniero, ha disposto di recente il cambio di parrocchie per diversi sacerdoti in servizio tra Vallo della Lucania, Agropoli, Capaccio e Castellabate, a partire dal 1° settembre prossimo. Don Ottavio Sibilia, da 20 anni storico parroco del santuario della Madonna delle Grazie a Vallo (gli subentra don Aniello Adinolfi da Rodio-Pisciotta), passerà a dirigere la chiesa Madonna di Loreto alla Laura di Capaccio, al posto del giovane don Carlo Pisani, trasferito a sua volta alla guida della parrocchia nel centro storico di Agropoli al posto di don Roberto Guida, che andrà invece a Santa Maria di Castellabate. Don Vincenzo Fiumara passa alla parrocchia di Capaccio Capoluogo, e al suo posto, a San Marco di Castellabate ed Ogliastro Marina arriva don Pasquale Gargione, giovane parroco di Perdifumo e segretario del vescovo. E proprio la notizia dello spostamento dalla parrocchia della Laura di don Carlo Pisani, giovane parroco di Acciaroli residente ad Agropoli, ha gettano nello sconforto molti fedeli. Al riguardo, riceviamo e pubblichiamo, integralmente, la seguente lettera inviata, alla nostra redazione, dalla signora Antonella Voza, parrocchiana della Laura: “Quando ho appreso la notizia che Don Carlo, a settembre, sarà trasferito ad Agropoli, mi sono sentita a dir poco male. Dopo una giornata trascorsa a ripensarci, continuo a sentirmi svuotata dentro. Il mio pensiero è semplice e, credo, comune a molti altri parrocchiani: ho 51 anni e abito in contrada Laura. Quando sono nata qui non c’era la chiesa e facevamo parte della chiesa di Paestum, dove sono stata battezzata. Poi è stata costruita la chiesa a Capaccio Scalo e quindi siamo stati “spostati”. Ci siamo sempre sentiti ospiti in casa altrui e gli abitanti della mia contrada, di domenica, si dividevano per partecipare ad una messa scegliendo, a seconda dei casi, in base alla chiesa o al parroco o al tragitto. Finalmente, dopo tanta fatica, dieci anni fa è stata costruita la tanto desiderata chiesa alla Laura e, per nostra grandissima fortuna, è arrivato Don Carlo, un parroco molto giovane. A me è piaciuto subito e, soprattutto, è piaciuto tanto ai miei figli, a tutti i bambini, agli adolescenti, alle persone anziane, alle famiglie, agli scettici. Non potrei descrivervi Don Carlo, le parole non basterebbero, ma occorrono solo pochi minuti di conversazione per capire quanto lui sia umile, semplice e comprensivo, disponibile e caritatevole, pronto ad aiutare chiunque. In poco tempo, tutti gli abitanti della Laura, anche chi non era solito frequentare la vita di chiesa, si sono uniti in un’unica comunità grazie esclusivamente a Don Carlo e non grazie alla struttura che non avevamo mai avuto. Questo perché noi non eravamo abituati ad essere uniti, non eravamo soliti agire in collettivo, non avevamo mai collaborato attivamente per tenere in piedi un gruppo. Non bastano delle mura per unire persone abituate a vagare un po’ ovunque, è necessaria una guida capace e noi l’avevamo trovata, perché ora ce la togliete? Io mi sono sempre sentita abbandonata dall’Amministrazione e dalle istituzioni in genere, ma nel momento in cui entravo in chiesa, Don Carlo era capace di mandare via questo disagio, mi faceva sentire in famiglia. Adesso, senza Don Carlo, mi sento una senza famiglia e penso che, non solo io, ma tutti i bambini, tutti i giovani, tutti gli anziani, tutte le famiglie, si sentano, ora, nuovamente dei senza famiglia grazie al Vescovo. Spero proprio che un giorno il Vescovo non debba pentirsi di aver preso questa decisione”.



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