AGROPOLI. Per necessità o per virtù, poco importa. Squadra che vince non si tocca. Contro il Pergocrema, Roberto Breda sembra più che mai orientato a schierare la medesima formazione che ha piegato il Lumezzane. Lo si è evinto chiaramente durante il test amichevole disputato ieri pomeriggio, sul sintetico di Agropoli, contro la locale formazione dilettantistica: nel primo dei tre tempi da mezz’ora voluti dal tecnico granata, infatti, a scendere in campo per primi sono stati gli stessi undici titolari di domenica scorsa, per un 3-4-3 che annovera Caglioni tra i pali, il trio Altobello-Jefferson-Accursi in difesa, D’Alterio e Pippa sugli esterni, il tandem Carrus-Carcuro nel cerchio di centrocampo e, in avanti, il tridente Ragusa, Fava e Fabinho. Proprio con il giovane Ayres, il tecnico della Salernitana si è intrattenuto a parlare, in disparte, per una decina di minuti, catechizzandolo al meglio nei movimenti da effettuare in fase offensiva. Nel 9-1 finale, in evidenza il giovane Litteri, scuola Inter, autore di una tripletta. Spazio anche per gli ultimi arrivati Aurelio (anche lui in gol)e Bennardo, nonché per Ciccio Montervino, piazzato al centro della retroguardia nella seconda frazione del test: gelo completo e nessuna formalità con il direttore sportivo Nicola Salerno, giunto nel Cilento in taxi e molto serioso nel seguire la squadra da bordo campo. Hanno lavorato a parte Vincenzo Pepe e Montella; assenti Polito e Peccarisi, ufficialmente influenzati, così come Murolo e Sedivec, autorizzati a curarsi a Cesenatico. A fine amichevole, è l’accento carioca di Jefferson a spezzare il freddo che attanaglia il campo di Agropoli e la stessa Salernitana. “Ci aspetta una partita difficile – esordisce il brasiliano – ma quale non lo è se vogliamo arrivare in alto? Ora siamo in un buon momento di forma e risultati, dobbiamo cercare di confermarci su questi livelli e continuare così”. Da quando è arrivato in prestito dall’Udinese, il difensore centrale sudamericano si è rivelato non solo un’insperata certezza in campo, ma anche un talismano portafortuna, visto che con lui al centro del pacchetto arretrato, la Salernitana non ha mai perso, collezionando due vittorie ed un pareggio nel derby con la Paganese: “Sono contento del mio rendimento, ma soprattutto della fiducia di mister Breda, che mi ha fatto giocare subito, facendomi sentire importante. Sono stato accolto benissimo anche dal gruppo, i miei compagni mi hanno aiutato molto, mettendomi a mio agio in una città e in una squadra nuove per me. Li ringrazio tutti, soprattutto Sasà (Russo, ndr), che mi ha dato e mi da ogni giorno tanti consigli importanti per la mia carriera”. Vestito in tuta sportiva firmata e con le cuffiette per ascoltare musica, sembra più un rapper americano che un talentino del Brasile: parla un italiano semplice, Jefferson, ma non si sottrae dal commentare la spaccatura con i cosiddetti ‘senatori’ del gruppo, ormai emarginati e polemici: “E’ una situazione sicuramente strana, della quale solo la società può occuparsi. Posso solo dire che mi dispiace molto per i compagni coinvolti, specie per Montervino che ha tanta esperienza. Non spetta a me risolvere queste cose, spero che tutto si risolva per il meglio”. Salerno l’ha accolto con indifferenza ed un po’ d’ironia per via del suo cognome, che rievoca un noto serial comico statunitense. Ma contro ogni scetticismo, Jefferson è diventato un punto fermo di questa Salernitana, fulminato dalla città e dal suo pubblico: “Dopo gli allenamenti, mi piace molto passeggiare per il centro o andare sul lungomare. Questa città mi è piaciuta subito, c’è il mare e mi ricorda un po’ il mio Brasile, anche per via dei tifosi, che anche qui sono molto calorosi. Spero che siano sempre in tanti a seguirci, soprattutto in casa, possono essere il dodicesimo uomo in campo e darci una grossa mano. Puntiamo ai play off, e con loro accanto possiamo riuscire a centrare questo obiettivo”.

Alfonso Stile