Non lasciamo solo il sindaco Girolamo Auricchio in questa vicenda dell’Ospedale di Roccadaspide. Non lasciamolo solo. Lo dico perché so come vanno le cose da noi. La maggioranza delle persone è fatalista. Spera sempre che tutto si risolva da sé o che il Girolamo di turno vi metta una pezza. L’attesa del Messia è una pratica sempre più frequente presso chi non vuole fare la fatica di adoperarsi in qualche modo per lavorare alla soluzione dei problemi collettivi. La società è in preda ad un individualismo dirompente. La televisione, unico strumento ormai capace di modificare alla radice le abitudini della gente, ci spinge all’individualismo. Ci invoglia a stare a casa a guardare uno dei tanti programmi che propone, tanto ce n’è sempre qualcuno che ci attrae… Raramente trasmettono programmi che mostrano i problemi della società, che si occupano del lavoro o che invogliano all’impegno civile. Da ciò scaturisce una forte carica individualista della nostra società, specie al Sud.
Ma torniamo al nostro problema. Se chiudono l’Ospedale di Roccadaspide, la qualità della vita nella Valle del Calore calerà vorticosamente. Abbiamo impiegato quasi quarant’anni per costruirlo e adesso lo vogliono chiudere. L’Italia è sempre più strana. Dobbiamo opporci a questa eventualità. Dobbiamo rivendicare il nostro diritto di vivere in una delle zone più belle e genuine del Salernitano e dobbiamo farlo con l’ausilio di tutti i servizi, al pari delle altre comunità più popolose della nostra Provincia. Ribelliamoci, dunque, all’eventualità della chiusura dell’Ospedale di Roccadaspide. Ribelliamoci con metodi civili e dignitosi. Ribelliamoci, ma con la forza delle idee, non certo con l’idea della forza. Ribelliamoci chiedendo di essere informati e con la voglia di informare gli altri, perché un popolo informato è un popolo libero. Ribelliamoci noi cittadini, perché se ci aspettiamo che si ribellino i nostri politici provinciali e/o regionali, avremo riposto male le nostre speranze. Il nostro voto li ha delegati ad occuparsi dei nostri problemi, ma sappiamo bene che così non è. Ormai è chiaro a tutti. Molti politici pensano a conservare la poltrona (e le prebende che ne derivano), non a risolvere i problemi. Pensano a portare a spasso la carica più che ad esercitare il mandato.
È ormai opinione diffusa che uno dei maggiori problemi del Sud è l’assenza dello Stato. Anzi di uno Stato che, invece di sostenere lo sviluppo, lo frena. Lo sviluppo di questo territorio è bloccato da quella cappa asfissiante imposta da soggetti che ammucchiano consensi elettorali promettendo permessi, concessioni, contratti, posti (precari) di lavoro senza nessun criterio e senza nessun interesse per il bene comune e la meritocrazia. I nostri giovani, oggi, non hanno futuro; questa è la testimonianza del fallimento della vigente classe dirigente. Qualcuno si faccia carico di trasmettere il messaggio all’ing. Giovanni Fortunato, consigliere regionale, che poche sere fa, in un convegno a Roccadaspide sul tema dell’Ospedale, non portò nessuna proposta degna di questo sostantivo, ma si preoccupò di chiarire che lui era migliore dei governanti (regionali) precedenti perché aveva vinto le elezioni. Ma migliore non è solo chi vince le elezioni. Migliore è chi vince con proposte condivisibili e di spessore, e chi si prodiga per attuarle. Perché l’importante non è prendere i voti, ma l’uso che se ne fa!
Ribadisco il mio messaggio. Non lasciamo solo Girolamo in questa lunga battaglia di salvaguardia dell’Ospedale di Rocca. Da solo non può farcela. Uniamoci a lui. È deludente lottare per qualcosa di importante e constatare che ci sta intorno pensa ad altro. Diamo una prova di corale riscossa della Valle del Calore. Il nostro territorio ci chiama. Rispondiamo. Adesso o mai più…    

                                                                                                                                                                                                                               Antonio Marino