Attualità
Vicidomini: "Ricevo da due mesi intimidazioni"
Redazione
02 marzo 2011 12:50
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Vicidomini_Maria

 

CAPACCIO. Maria Vicidomini (nella foto), è nel mirino delle intimidazioni da circa due mesi. La lettera intimidatoria ricevuta in questi giorni, infatti, è solo l’ultimo episodio. E’ lei stessa a testimoniarlo, e a confermare che queste minacce non la spaventano. "Continuerò a svolgere il mio ruolo, credono di spaventarmi perché sono donna, ma non ho paura", afferma convinta.  Dopo i primi episodi,  Vicidomini comincia ad avere il sospetto che gli  sfregi potessero essere in realtà un’intimidazione, e che dietro a queste azioni potesse celarsi la sua opposizione al Puc.  Alla luce degli ultimi avvenimenti, l’ipotesi diventa certezza.  I primi messaggi ambigui sono arrivati all’indirizzo del consigliere di opposizione dell’Udc, con la decapitazioni di piante. Cinque in tutto le agave tranciate  di netto, durante la notte, davanti casa,  mentre la testa di un'altra pianta tagliata è stata collocata  in bella mostra come segnale davanti al cancello pedonale. Breve la tregua. Solo cinque giorni di tranquillità e poi nuovi sfregi. Questa volta nel mirino sono finiti i fili di telefoni e citofoni tagliati di netto.  La Vicidomini procede con una  prima denuncia inoltrata ai carabinieri. L’ultima minaccia la lettera minatoria ricevuta lunedì 21 febbraio, scoperta dal consigliere solo una settimana dopo, quando è rientrata a casa dopo alcuni giorni trascorsi fuori Capaccio a causa di  un lutto familiare.

 

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ATTI MINATORI, IL PRECEDENTE

L’ultimo atto  intimidatorio ai danni di un amministratore locale, risale al  2004. Nella notte tra il 19 ed il 20 novembre, una bottiglia incendiaria venne lanciata su un balcone al primo piano dell’abitazione di Capaccio Scalo dell’allora assessore ai Lavori Pubblici del Comune di Capaccio Paestum, Domenico Nese. La vicenda presentò diversi lati oscuri, ma è lo stesso Nese a smontare l’ipotesi di un atto intimidatorio nei suoi confronti: “Suppongo si tratti della solita ragazzata, non credo ci siano altre spiegazioni” affermò all’epoca dei fatti l’ex assessore. Gli inquirenti ipotizzarono un atto di vandalismo e le indagini dei carabinieri si conclusero senza particolari sviluppi. Un ipotesi, confermata, anche dall’allora sindaco di Capaccio, Enzo Sica, che in quell’occasione dichiarò: “Abbiamo una collezione di lettere anonime ma nessuna di esse ha dei contenuti intimidatori. Quanto accaduto nei pressi dell’abitazione dell’assessore Nese è da interpretare come uno dei tanti atti di vandalismo”.

Redazione @ StileTV



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