CAPACCIO. Ad acuire i veleni sul Puc di Capaccio Paestum anche le dichiarazioni di Enzo Sica, fino a gennaio 2007 sindaco di centrodestra di Capaccio Paestum, caduto, a suo dire, per un “no” ad una presunta speculazione edilizia su 10 ettari di un terreno di proprietà dell’ex Presidente del Consiglio comunale, Luigi Barlotti, il quale richiedeva, allora, la delega all’urbanistica. Terreni che, ora, risulterebbero inseriti nel redigendo Puc per diventare edificabili. Da lì, secondo Sica, è partito l’iter della sfiducia nei suoi confronti, nonostante l’intervento di Edmondo Cirielli, in quel momento coordinatore provinciale di Alleanza Nazionale. Undici i componenti della giunta che firmarono davanti al notaio, decretando la fine della sua Amministrazione. Il Puc, secondo Sica, è alimentato da forti interessi, non soltanto personalistici. E il medico capaccese rimanda a quei mesi iniziali del 2007, al manifesto fatto affiggere dall’allora senatore Gaetano Fasolino. Un pubblico invito, quello di Fasolino, a tenere gli occhi aperti: “Attento, caro Enzo, a Capaccio girano capitali sporchi della camorra intorno al Puc”. Sica addensa ombre anche sugli appalti pubblici, troppe spesso, a suo avviso, aggiudicate ad imprese di Nola. Indiretto, ma chiaro, il riferimento all’ingegnere Carmine Greco, attuale dirigente del III Settore dell’ufficio tecnico comunale, il quale, proprio durante l’Amministrazione Sica, fu spostato in altro ufficio. L’ex sindaco rivolge infine accuse anche ad Italo Voza, all’epoca dei fatti vice-sindaco di Capaccio Paestum, accusato di essersi dimesso per l’ordinanza di demolizione di strutture abusive all’interno del ristorante “Nettuno”, che si affaccia direttamente sui Templi e di proprietà dello stesso Voza. Dichiarazioni al vetriolo, dunque, con le quali Sica ha inteso chiarire quelle che sarebbero state le cause del suo defenestra mento da palazzo città.

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