CAPACCIO. L’area cimiteriale di Capaccio Capoluogo sarà videosorvegliata da quattro telecamere ad infrarossi a circuito chiuso. Il provvedimento è stato deciso dal sindaco, Pasquale Marino, su proposta del comandante della polizia locale, Antonio Rinaldi, e dell’assessore alla Sicurezza, Salvatore Nacarlo. La decisione è stata intrapresa a seguito degli ultimi eventi che hanno interessato il cimitero, con la profanazione della tomba di famiglia del primo cittadino e l’incendio della documentazione custodita nell’archivio degli uffici cimiteriali. "Dopo gli ultimi atti delinquenziali che hanno visto addirittura – afferma Nacarlo – la violazione della tomba di famiglia del nostro sindaco, a tutela dei cittadini e dei loro defunti, l’amministrazione ha deciso di sottoporre a videosorveglianza anche il camposanto. A breve saranno presi i contatti con la società fornitrice degli impianti. Se non ci saranno grosse difficoltà per l’aggancio con il segnale al ripetitore collocato in prossimità del santuario della Madonna del Granato, nel giro di qualche mese assicureremo il servizio tramite la centrale operativa del comando di polizia locale". Lunedì i tecnici effettueranno i sopralluoghi per individuare i punti più sensibili, dove collocare le telecamere che copriranno gran parte dell’area cimiteriale. Intanto, continuano le indagini per risalire ai responsabili della profanazione della tomba di famiglia del sindaco Marino, e dell’incendio dell’archivio storico. Si attendono i risultati dei rilievi effettuati dai carabinieri del nucleo scientifico di Salerno. In questi giorni, i carabinieri di Capaccio e Agropoli, stanno ascoltando numerose persone. Tra queste anche i dipendenti del cimitero comunale come persone a conoscenza dei fatti. L’ipotesi di questi ultimi giorni, che l’incendio potrebbe essere stato provocato per eliminare della documentazione importante legata a qualche attività cimiteriale, dovrà essere confermata e avrà necessariamente bisogno di ulteriori dati. A dispetto di quanto si potesse pensare a seguito del raid, che ha danneggiato l’archivio dato alle fiamme, e portato alla profanazione della tomba della famiglia del sindaco Pasquale Marino, i danni non sono stati considerevoli. Solo una parte esigua dei documenti cartacei, conservati in archivio, è andata bruciata. Il Comune aveva già provveduto a informatizzare tutti i dati a disposizione.
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