CAPACCIO. Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa del consigliere comunale di minoranza di Capaccio Paestum, Nicola Ragni (nella foto).
Mi ero ripromesso di astenermi dalla discussione relativa al furto sacrilego delle spoglie mortali avvenuto presso il cimitero di Capaccio. Lo avevo fatto perché pensavo che, essendo in atto le indagini da parte dei Carabinieri, fosse giusto attendere gli esiti di tali indagini prima di commentare quanto successo e farlo sulla base di dati certi e non su semplici sospetti o ipotesi.
Lo spunto per intervenire me lo ha dato, però, un quotidiano di domenica scorsa dove ho letto di una vicenda che riguarda un assessore comunale che avrebbe commesso una truffa ai danni del comune non pagando gli oneri di urbanizzazione dovuti, compiendo, inoltre, una lottizzazione abusiva ed una vendita altrettanto abusiva ad ignari (?) acquirenti, anch’essi truffati. Per questi motivi l’ufficio tecnico comunale ha revocato la precedente licenza per costruire ed ha chiesto l’acquisizione al patrimonio comunale dei beni oggetto della falsa lottizzazione. Come si vede accuse gravissime e moralmente inaccettabili per un pubblico amministratore, però senza alcuna apparente conseguenza politica.
Sullo stesso giornale e nella stessa pagina leggo, però, che il sindaco Marino ha immediatamente sospeso i due dipendenti sospettati del furto al cimitero ed oggetto di avviso di garanzia. La decisione è stata presa su due piedi, senza prove e, soprattutto, senza alcuna condanna da parte della Procura. Allora mi sono chiesto da cosa dipendesse un comportamento così diverso. Perché usare due pesi e due misure.
Ci troviamo di fronte a due reati, diversi sicuramente tra loro, ma entrambi gravi. Però mentre il reato commesso dall’assessore comunale è stato accertato, l’altro reato, seppur raccapricciante, non ha ancora alcun colpevole ma solo delle persone indiziate. Il sindaco Marino, al quale va tutta la mia solidarietà vera per l’accaduto, probabilmente non si è trovato nella miglior condizione per decidere in modo equo, essendo coinvolto personalmente, e, a mio parere, ha sbagliato ad agire d’impulso senza attendere la conclusione delle indagini. Ed io, a proposito di indagini, ritengo che non bisognerebbe affatto escludere le altre piste ipotizzate nei giorni immediatamente successivi al furto al Cimitero. Infatti a me sembra strano che, oltre al furto delle spoglie mortali, i malfattori abbiano bruciato l’intero archivio cartaceo. Perché? Cosa si voleva far scomparire dalle carte? Perché allora volere escludere a tutti i costi altre piste come quelle degli appalti al cimitero, o minacce legate ad altri motivi? Perché incolpare due lavoratori di Capaccio che tutti conosciamo? E perché sospettare solo di loro? Questi interrogativi avrebbero bisogno di risposte certe e definitive.
Da parte mia esprimo solidarietà ai due dipendenti comunali che considero sicuramente innocenti, perlomeno fino a prova contraria. Penso che verso di loro si sia avuto un comportamento troppo precipitoso. Invito il sindaco a rivedere la sua decisione circa l’ immediata sospensione e ad attendere la conclusione delle indagini.
Lo invito, al tempo stesso, a prendere decisioni immediate verso l’assessore comunale reo della truffa sopra detta ai danni del comune ed a considerare, per le relative opportune considerazioni, che lo stesso assessore ha preso parte alla discussione ed alla votazione sul PUC dove questo suo terreno, oggetto di sequestro da parte della Procura di Salerno e di acquisizione al patrimonio del Comune, è stato classificato edificabile.
Nicola Ragni
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