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AL VIA INTERROGATORI DI GARANZIA
AL VIA INTERROGATORI DI GARANZIA
Capaccio, giro prostituzione: le tariffe delle squillo e il contatto con i clienti via Internet
Redazione
08 aprile 2011 08:18
Eye
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CAPACCIO-AGROPOLI. Scattano oggi gli interrogatori di garanzia per gli otto indagati dell'inchiesta sul giro di prostituzione a Capaccio ed Agropoli. L'attenzione degli inquirenti, nelle ultime ore, si è concentrata sulle eventuali responsabilità da parte dei proprietari di agenzie immobiliari e di alloggi dati in affitto e, all'interno dei quali, si sarebbero consumati rapporti sessuali con squillo e trans. Intanto, emergono nuovi particolari sull'inchiesta. Secondo quanto emerso dalle indagini e dalle intercettazioni, annunci pubblicitari su siti porno e giornali: questa la metodologia utilizzata dalle squillo per adescare i clienti, che si recavano negli appartamenti per una prestazione sessuale. A fare da intermediaria, nella maggior parte dei casi, la 32enne Cristiane Ferreira Barbosa, vera “pappona” insieme con il marito Vincenzo Marino, 33 anni domiciliato a Milano, del giro di prostituzione scoperto tra i comuni di Agropoli e Capaccio, che ha portato alla notifica di otto ordinanze di custodia cautelare. Era lei che contattava i clienti, chiedendo il pagamento di una tariffa che si aggirava dai 70 ai 200 euro, per una media di 100 euro a prestazione. Le squillo e i trans pagavano per gli affitti settimanali una somma che da 300 euro arrivava fino a 600 euro. Metà del guadagno dell’attività di prostituzione veniva versato sul Postepay di Barbosa, che controllava l’organizzazione minacciando coloro, che decidevano di prostituirsi autonomamente in una zona, che la donna ritenesse di propria competenza. "Quì o si lavora per noi o in qualsiasi modo le mandiamo via. Per fare la pappona devi avere il coraggio e avere quattro p… in mezzo alle gambe e far scappare chi lavora": queste le parole di Barbosa ad una delle ragazze, raccontando di una prostituta che era stata punita per il fatto che aveva deciso, dopo essersi fidanzata, di mettersi in proprio. Ad organizzare le spedizioni punitive, secondo quanto riferisce la “maitresse”, ci pensava un ragazzo tossicodipendente di Capaccio, così: "È sufficiente che Vincenzo desse un po’ di cocaina al suo amico drogato per convincerlo ad unirsi a lui per eventuali spedizioni punitive contro le donne che non volevano stare alle loro condizioni". L’organizzazione ruotava attorno a tre figure principali: oltre alla coppia di coniugi, un ruolo di spessore era ricoperto anche da Diva Maria Cabral Piedade, molto vicina alla Barbosa. L’organizzazione era collegata ad altre persone residenti tra Capaccio Paestum ed Agropoli, che svolgevano l’attività parallela nel settore dell’intermediazione immobiliare e del servizio noleggio che, secondo le indagini svolte dagli inquirenti, "consapevolmente e volontariamente svolgevano questa attività a servizio dell’associazione". Dal materiale raccolto dai carabinieri di Agropoli e Capaccio, diretti dalla procura di Salerno, emergono infatti tutti i rapporti e gli intrecci tra gli indagati: oltre alla coppia di coniugi e Cabral, anche Carmela Federico (63 anni, di Capaccio); Roberto Ciuccio (27 anni, di Agropoli); Sergio Prearo (37 anni, di Capaccio); Leonardo D’Onofrio (42 anni, originiario di Albanella e residente a Capaccio) e Patrizia Russo (42 anni, di Capaccio). A dare il via all’inchiesta la denuncia di due prostitute minacciate e picchiate. La vicenda si è consumata nella notte del 14 novembre del 2009, a Capaccio Scalo. Per tutti l’accusa è di associazione per delinquere finalizzata all’immigrazione clandestina, al favoreggiamento e allo sfruttamento della prostituzione nonché di favoreggiamento di illecita permanenza nel territorio dello Stato italiano di cittadini extracomunitari privi di regolare permesso di soggiorno. La notizia dello scandalo del giro di squillo e  degli arresti di isospettabili ha creato, sia a Capaccio che ad Agropoli, grande scalpore. Si tratta di persone incensurate e tutte molto conosciute.



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