Attualità
Consorzio Mozzarella commissariato, nascerà un organo di tutela provinciale?
Redazione
20 gennaio 2010 14:16
Eye
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“Ritengo pienamente opportuno l’intervento del Ministro che ha deciso di commissariare il Consorzio di tutela della mozzarella di bufala campana, a seguito delle frodi alimentari scoperte di recente. E’ fondamentale, infatti, tutelare al meglio la qualità di un prodotto che rappresenta, per la nostra Provincia, una delle filiere alimentari più importanti ed una eccellenza della cucina nazionale nel mondo”. Così, Edmondo Cirielli, presidente della Provincia di Salerno, ha commentato la decisione del Ministro delle Politiche Agricole, Luca Zaia, che, a seguito di alcuni rilievi in ordine alla contraffazione, da parte di alcune aziende casearie del salernitano, degli ingredienti utilizzati per la produzione della mozzarella di bufala campana, ha annunciato l’immediato commissariamento del relativo Consorzio di tutela.

Infatti, il Ministro Zaia, ha reso pubblico solo ieri, attraverso il programma “Alfonso Signorini Show”, in onda su Radio Monte Carlo, di aver “commissariato, il 14 gennaio scorso, il Consorzio di tutela della mozzarella di bufala e che, durante i controlli, lo stesso presidente è stato sorpreso ad annacquare il latte".

“La strada intrapresa dal Ministero va nella giusta direzione, poiché ha sanzionato l’organismo preposto al controllo di qualità del prodotto. In virtù della specificità del prodotto sarà necessario, per il futuro, garantire maggiore autonomia alla produzione casearia salernitana, anche attraverso la previsione di un Consorzio provinciale, cioè un organo appositamente preposto alla tutela della qualità della mozzarella di bufala prodotta nel territorio della provincia di Salerno” ha aggiunto Cirielli al ricevimento della notizia.

A novembre i numerosi controlli nella grande distribuzione, secondo quanto dichiarato dal Ministro, hanno rivelato che nel 25% dei campioni analizzati, le mozzarelle non erano vere mozzarelle di bufala poiché contenevano almeno il 30% di latte di vacca.
Lo scioglimento del Consorzio è stato accolto positivamente anche dall’Assessore regionale all’Agricoltura, Gianfranco Nappi. “Prenderemo contatto con il ministro nelle prossime ore - ha spiegato - per affrontare al meglio questa vicenda. Come Regione siamo parte lesa di fronte alle violazioni riscontrate nei controlli. Non possiamo accettare che la frode di alcuni metta in pericolo una delle filiere più importanti della nostra economia agroalimentare”. La Regione ha investito molto nella tutela della quarta dop italiana, registrata nel 1996, e solo nell’ultimo periodo ha stanziato 1,6 milioni di euro per l’internazionalizzazione del prodotto tipico campano più conosciuto al mondo dopo la pizza, e ha avviato, presso la "Tenuta Vannulo" (non facente parte del Consorzio), la sperimentazione di un microchip in grado di fornire al consumatore finale tutte le informazioni sulla mozzarella, a partire dal conferimento del latte, per sviluppare sistemi di tracciabilità di prodotto sempre più affidabili.

L'Associazione Unimpresa di Salerno, tramite il presidente provinciale, Demetrio Cuzzola, ha proposto, inoltre, la realizzazione di un marchio che identifichi i produttori di mozzarella di bufala della Piana del Sele e dell’intera provincia. “La diossina prima, il latte “annacquato” adesso, rischiano di danneggiare in maniera gravissima il comparto - denuncia Cuzzola - parliamo di un ennesimo allarme nel casertano di cui paga le conseguenze anche la parte sana che è rappresentata dalla provincia di Salerno, da sempre estranea a problemi di questo genere. I trasformatori lattiero-caseari sono artigiani che lavorano con fatica per affermare un prodotto tipico che è vanto delle nostre terre e non può essere continuamente nel mirino della critica”. Unimpresa si farà promotrice di un progetto che preveda un marchio di qualità esclusivo per la Piana del Sele: “E’ necessario tutelare in ogni modo il nostro oro bianco - continua Cuzzola - serve un marchio che raggruppi tutte le produzioni del salernitano, che sia garanzia di qualità e genuinità e che possa proporsi anche sul mercato internazionale in maniera compatta, senza più rischiare gravi contraccolpi d’immagine, offrendo un prodotto dagli standard qualitativi e dalle proprietà organolettiche testati e garantiti”. E', infatti, possibile distinguere la Dop per area geografica, pena la perdita della tipicità, con apposita richiesta all’Unione Europea.



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