Interdetti per due mesi dalla professione medica e infermieristica 14 dei 19 indagati per il caso Mastrogiovanni. In particolare, per 6 medici ed 8 infermieri del reparto di psichiatria dell'ospedale “San Luca” di Vallo della Lucania è stata emessa un’ordinanza di interdizione dalla professione sanitaria che hanno avuto in cura il maestro di Castelnuovo Cilento, Francesco Mastrogiovanni (nella foto), ricoverato il 31 luglio 2009 e deceduto dopo 4 giorni (4 agosto 2009) per edema polmonare.
Al termine di articolate indagini, il gip Nicola Marrone ha emesso, ieri sera, il provvedimento nei confronti dei 14 indagati ma si dovranno attendere i prossimi giorni per conoscere le motivazioni della decisione. Ecco i nomi dei destinatari delle ordinanze interdittive: Michele Di Genio (primario del reparto di Psichiatria per il quale i legali hanno già annunciato di presentare ricorso), Rocco Barone, Raffaele Basso, Amerigo Mazza, Michele Della Pepe ed Anna Angela Ruberto (medici); Giuseppe Forino, Antonio Luongo, Antonio Tardio, Raffaele Russo, Antonio De Vita, Marco Scarano, Alfredo Gaudio e Nicola Oricchio (infermieri). A chiedere la sospensione della professione per tutti e 19 gli indagati era stato il pm Francesco Rotondo, che coordina l’inchiesta sulla morte di Mastrogiovanni. Tra il 9 e l’11 dicembre scorso, il gip Marrone ha eseguito gli interrogatori di garanzia, riservandosi la decisione. A distanza di oltre un mese, è arrivato il provvedimento che colpisce la quasi totalità dei sanitari in servizio. Per questo motivo i Nas hanno incontrato i vertici della direzione sanitaria del nosocomio vallese per acquisire i turni dell’unità operativa e la nomina dei sostituti.
Mastrogiovanni, ricoverato in regime di TSO (Trattamento Sanitario Obbligatorio), è stato sottoposto ad una contenzione fisica ininterrotta. Un trattamento che la legge disciplina con precise regole, ma delle quali non c’è traccia nella cartella clinica del paziente. Di qui le ipotesi di reato contestate agli indagati.
I reati rubricati dal GIP, che ha emesso le misure, sono: sequestro di persona, falso ideologico in atto pubblico e morte come conseguenza di altro delitto. I familiari ed amici della vittima chiedono “giustizia e verità per Franco e quanti ne restano, perché quello che gli è accaduto non deve ripetersi mai più”.
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