Toccherà ai carabinieri del Ris di Roma esaminare le due pistole e compararle con la banca dati dei delitti irrisolti, per chiarire fino in fondo se ci sia un nesso tra le armi, legalmente detenute da Ausonia Pisani e l’omicidio di Acciaroli del 5 settembre del 2010, che costò la vita ad Angelo Vassallo. Le armi in questione erano custodite da Domenico e Angelo Raffaele Pisani, padre e fratello di Ausonia. E per questo sono indagati per detenzione illegale di armi. L’esame sulle pistole servirà per verificarne il funzionamento, per rilevare o meno impronte digitali e tracce organiche ed infine saranno compiute prove di sparo per capire se ci sia stato o meno l’utilizzo delle armi per altri fatti di cronaca. Intanto la vigilessa arrestata nei giorni scorsi con l’accusa di aver fatto parte del commando che il 19 maggio scorso, a Cecchina, ha ucciso due pregiudicati in un regolamento di conti legato al traffico della droga, avrebbe chiesto ai giudici di essere ascoltata. Sul fronte investigativo, il possibile filo rosso che potrebbe unire i delitti di Cecchina e del sindaco di Pollica sono stati al centro di un vertice che gli inquirenti romani hanno avuto nei giorni scorsi con il procuratore di Salerno Franco Roberti ed il sostituto Rosa Volpe. Sono state stabilite strategie di collegamento ed il reciproco scambio di informazioni.