CAPACCIO PAESTUM. I lavori presso il cimitero di Capaccio Capoluogo finiscono, nero su bianco, nella relazione annuale della Direzione Nazionale Antimafia, presentata ieri in Senato dal procuratore nazionale, Franco Roberti, e dalla presidente della Commissione parlamentare antimafia, Rosy Bindi.
Nell’analisi relativa alla Provincia di Salerno, tra i presunti ‘casi sospetti’ legati alle infiltrazioni camorristiche negli appalti e nella pubblica amministrazione, attraverso un “ruolo accessorio o servente ricoperto da soggetti residenti nel territorio salernitano rispetto ad organizzazioni radicate in altri contesti, in particolare nel Napoletano e nel Casertano”, spunta infatti anche quello relativo alla città dei Templi.
“Si segnala la presenza, nel territorio del Comune di Capaccio Paestum – si legge nella relazione – di casalesi titolari di un’impresa di costruzioni incaricata dell’edificazione del nuovo cimitero”: sottolineato, al riguardo, “l’interesse dei clan ad introdursi nel business del calcestruzzo e della gestione del ciclo dei rifiuti e delle attività illecite ad esso connesse”.
Nella medesima relazione annuale, la Direzione Nazionale Antimafia descrive, sempre a Capaccio Paestum, “l’esistenza di un presunto clan riconducibile ad un esponente storico della Nco di Raffaele Cutolo”.