CILENTO. Le diagnosticano un grave tumore, viene operata ma è un errore medico: la paziente era sanissima. Questa l’incredibile storia di Carmela R., cilentana di Vallo della Lucania, catapultata in un incubo e data in fin di vita. Ma per sua fortuna, invece, non era così.
All’epoca dei fatti, nel 2012, a seguito di controlli di routine cui la 70enne si era sottoposta presso l’ospedale ‘San Luca’ di Vallo della Lucania, le veniva diagnosticata una sospetta quanto grave forma tumorale al fegato. L’anziana è sotto choc e in angoscia per la sua vita: allertati figli e parenti della situazione, parte la corsa contro il tempo con la ventilata necessità d’intervenire subito. In pochi giorni, il ricovero presso il noto e qualificato presidio ospedaliero “La casa sollievo della sofferenza” di San Giovanni Rotondo (nella foto), fondato da Padre Pio nel 1956, dove hanno inizio immediatamente gli esami di valutazione del caso. Dopo pochi giorni, anche qui i sanitari si attivano per l’intervento chirurgico, acquisendo, come da prassi, tutte le autorizzazioni del caso per procedere alla delicata operazione.
La donna viene così sottoposta all’intervento chirurgico, che dura diverse ore, con i figli che, in sala d’attesa, attendono con ansia e preoccupazione l’esito. Ma sotto i ferri, l’incredibile sorpresa: in realtà, Carmela non aveva alcuna forma tumorale al fegato, niente di niente, anzi era sana, in salute e senza alcun problema collaterale. È stata ‘solo’ vittima di un incubo conclusosi con un lieto fine, ma che le ha causato, oltre a lesioni fisiche permanenti, notevoli danni morali, psicologici ed esistenziali per il terrore e lo spavento di apprendere, erroneamente, che la sua vita era giunta al capolinea ed aveva i giorni contanti.
I familiari hanno avviato una richiesta di risarcimento e si sono così rivolti all’avv. Riccardo Ruocco (nel riquadro) del foro di Vallo della Lucania, specialista anche in casi di malasanità, il quale ha iniziato indagini difensive avviando, poi, un lungo contenzioso civile nei riguardi di entrambe le strutture ospedaliere protagoniste della grave ‘svista’, che ha segnato non poco l’esistenza della donna, oggi 75enne.
L’avv. Ruocco cura anche il caso, diventato di rilevanza nazionale e finito all’attenzione del Ministero della Salute, relativo alle tre persone uccise da un tumore dopo un trapianto di organi, ricevuti dal medesimo donatore morto suicida, tra cui un 63enne vallese: una terribile vicenda resa pubblica in esclusiva da StileTV (www.stiletv.it/news/43827/vallo-in-tre-uccisi-da-tumore-dopo-trapianto-donatore-mori-suicida-indagato-primario) e ripresa da numerose testate provinciali e nazionali.
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