SALERNO. Salvare famiglie ed imprese dal 'bacio letale' di banche infedeli e promuovere lo sviluppo. La mission della Bcc di Aquara, riconfermata durante 40 anni di attività con bilanci sempre in positivo, non indietreggia nemmeno a fronte della riforma delle banche di credito cooperativo che, comunque, preoccupa chi fa del faccia a faccia e della politica dell'ascolto il modus operandi rispetto alla freddezza dei numeri dettati dal rating. "Dire che non siamo preoccupati della riforma, che i vertici di Federcasse in passato avevano fatto passare per autoriforma e di cui ora avvertono i pericoli, non sarebbe corretto - spiega Antonio Marino, direttore generale della Bcc di Aquara che stamane a Salerno (nella foto) ha illustrato il Bilancio 2017 della banca contrassegnato in particolare da un aumento di clienti e soci oltre che da maggiori impieghi e dal 40esimo utile consecutivo di gestione - all’orizzonte una minore autonomia delle scelte rispetto alla capogruppo che si trova a mille chilometri di distanza. Rischiamo, ma lo diciamo nell’interesse dei territori che potrebbero vedere venire meno concretamente un prezioso sostegno, di perdere lo spirito della cooperazione che da sempre caratterizza le Bcc". Allarme raccolto anche da Giuseppe Fauceglia, avvocato e docente presso l’Università di Salerno, che, nel rimarcare l’azionale sociale e non solo di natura economica svolta dalle Bcc, ha spiegato di attendere "di poter leggere il contratto di direzione e coordinamento relativo alla riforma del credito cooperativo affinchè possa essere attivata per i territori una discussione" considerata utile a giungere ad una revisione di quello che è frutto di un decreto legge e non di una legge: quindi senza confronto nelle aule parlamentari. Con 13.840 conti correnti, di cui 2.500 aperti accesi solo nel 2017, e 1.431 soci, la Bcc di Aquara rappresenta un punto di riferimento per l’intera realtà del credito cooperativo. "Nella situazione generale di crisi del sistema Italia, il risultato e la realtà della Bcc di Aquara sono quasi un miracolo" ha spiegato Vincenzo Imperatore, saggista finanziario e opinionista televisivo. Sottolineando, poi, che il sistema del credito in Italia "ha perso il suo capitale di fiducia e non ha compreso che occorre ridisegnare la governance e innovarsi per resistere al ciclone tecnologico che è in arrivo. C’è bisogno anzitutto di rigore morale. E poi di trasparenza. Il cliente deve sempre chiedersi “perché?” e, soprattutto quando non ha buona cultura finanziaria, ha bisogno di risposte vere. Così si potrà stare sul mercato, dove la riforma creerà effettivamente una selezione naturale".