CAPACCIO. Era un club per facoltosi professionisti ed imprenditori, ma anche alla portata di giovani desiderosi di nuovi piaceri, che ora tremano in quanto in procinto di essere chiamati a testimoniare. Dieci euro per la sola compagnia di una ragazza con obbligo di consumazione, 50 euro per assistere ad uno spogliarello, stessa somma per palpeggiare le zone intime, 100 euro per avere con la squillo un rapporto sessuale completo. Queste le tariffe applicate all’interno del club a luci rosse “Dolce Vita” di Capaccio sequestrato, nella notte di venerdì 8 ottobre scorso, dagli agenti della polizia locale, diretti dal comandante Antonio Rinaldi. Tariffe che lievitavano nel caso di particolari prestazioni o se la ragazza era particolarmente bella. L’accordo tra le prostitute e il gestore del business del sesso, il 39enne Angelo Federico di Casal Velino (nella foto), ora agli arresti domiciliari ad Omignano Scalo, prevedeva la divisione dei proventi al 50%. Almeno 120 le prostitute (mediamente nel club erano presenti, ogni sera, una decina di ragazze) che effettuavano l’attività di meretricio nell’alcova del sesso, scoperta lungo Via Capaccio Paestum. Ben 800, invece, i tesserati ufficiali che frequentavano il club. Ma il giro era molto più vasto rispetto al numero dei tesserati del club privè. Sarebbero migliaia, infatti, i clienti che usufruivano delle prestazioni sessuali delle squillo, tutte straniere e provenienti da Romania, Bolivia, Paesi dell’Est, Brasile ed Ecuador, di età compresa tra i 22 e i 35 anni. I clienti arrivavano al night club, le ragazze s’intrattenevano nel salone ballando lap dance e dove venivano scelte. Dopodiché, la prostituta si appartava con il cliente nei separé sul retro locale, ben dieci, divisi solo con delle tendine. Qui venivano presi gli accordi sulle modalità dell’incontro a fini sessuali. Il tutto, con l’assoluto obbligo della consumazione: per il solo consumo degli alcolici, si poteva arrivare fino a 200 euro, esclusa la prestazione sessuale. Sebbene la maggior parte della clientela identificata risieda a Capaccio, abbastanza numerosa anche l’utenza proveniente da Agropoli, Battipaglia e dai paesi del Cilento. Le indagini sono state effettuate attraverso agenti infiltrati all’interno del locale notturno. Titolare dell’inchiesta, il sostituto procuratore Francesca Fittipaldi della Procura di Salerno, diretta dal procuratore capo Franco Roberti.
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