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50 anni con il Tuffatore: Capaccio Paestum celebra il famoso reperto
Redazione
31 maggio 2018 18:43
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CAPACCIO PAESTUM. La città di Capaccio Paestum celebra il Cinquantenario della scoperta di uno dei suoi reperti simbolo: la famosa ‘Tomba del tuffatore’.
Il 1^ giugno 2018, a partire dalle ore 11.45, StileTV trasmetterà in diretta la conferenza stampa di apertura delle celebrazioni, alla presenza del direttore del Parco Archeologico di Paestum, Gabriel Zuchtriegel, del governatore della Campania, Vincenzo De Luca, e di autorevoli relatori. La diretta sarà visibile in tv sul canale 619 e in live streaming su stiletv.it, su app StileTV e sulla nostra pagina Facebook. Si ringrazia Convergenze per il supporto tecnico.

LA MOSTRA
Dalla Magna Grecia a De Chirico: una ‘anti-mostra’ sul Tuffatore di Paestum per celebrare il 50° anniversario dalla sua scoperta. L’originale esposizione dal titolo ‘L’immagine invisibile. La Tomba del Tuffatore” sarà allestita, dal 3 giugno al 7 ottobre 2018, nel Museo Archeologico Nazionale di Paestum.
Circa 50 le opere, provenienti da musei nazionali e stranieri, che costruiscono il percorso espositivo: dalle scoperte più clamorose sul tema dei culti misterici antichi in Magna Grecia alle visioni edonistiche settecentesche del mondo di Bacco; dalle danzatrici caste e al tempo stesso sensuali di Canova per arrivare alle visioni novecentesche, altamente ambigue, di Corrado Cagli e Giorgio De Chirico.

IL ‘MESSAGGIO’ DEL TUFFATORE
La tomba fu trovata dall'archeologo Mario Napoli il 3 giugno 1968, a 2 km a sud di Paestum, all’interno di una piccola necropoli di VI-IV sec. a.C.. La scena del Tuffatore, che ha dato il nome alla tomba, si trova sul lato interno della lastra di copertura, vis à vis con il defunto. Infatti, dopo il funerale che si svolse intorno al 475 a.C., gli affreschi rimasero nel buio per quasi due millenni e mezzo, fino al ritrovamento nel 1968.
Unica testimonianza della pittura greca a grandi dimensioni, non vascolare, prima del IV sec. a.C., la Tomba del Tuffatore (480/70 a.C.) è singolare anche per il soggetto rappresentato: un giovane nudo che si tuffa nell’oceano, immagine metaforica del passaggio dalla vita alla morte. Mentre tradizionalmente i greci avevano una visione molto negativa dell’ aldilà, nel V sec. a.C. si diffondono nuove idee, basate sulla speranza di una forma di sopravvivenza dopo la morte. Su questa scia, Platone definirà la morte la “liberazione dell’anima”, anticipando così credenze religiose più recenti: le pareti della tomba, a cassa litica in lastre di travertino, sono decorate con scene di un simposio (banchetto).
L’eccezionalità della tomba consiste nel messaggio metafisico che trasmette attraverso il linguaggio visivo. Nelle città greche dell’Italia meridionale, filosofi come Pitagora e Parmenide stavano affrontando questioni legate alla metafisica e alla vita dopo la morte. Si diffondevano credenze ispirate dal pitagorismo e dall’orfismo (a sua volta ispirato dal mito di Orfeo che torna dall’Ade grazie alla musica), condivise solo fra chi era ‘iniziato’ ai misteri di questa tradizione. È stato ipotizzato che anche la persona sepolta nella Tomba del tuffatore fosse un ‘iniziato’.

Per informazioni: www.limmagineinvisibile.it - www.museopaestum.beniculturali.it



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