Attualità
DECISIVA LA SUA FIRMA PER LA SFIDUCIA
DECISIVA LA SUA FIRMA PER LA SFIDUCIA
Mazza si sfoga: “Messo fine ad una dittatura, liberata Capaccio Paestum”
Alfonso Stile
26 dicembre 2018 18:49
Eye
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CAPACCIO PAESTUM. È finito al centro della bufera politica culminata con la sfiducia al sindaco di Capaccio Paestum alla vigilia di Natale. C’è chi lo ha accusato di tradimento ed irresponsabilità. C’è chi lo ha irriso sui social definendolo il solito, inaffidabile ‘ammazza-sindaci’, visto che la sua firma è risultata decisiva per mandare a casa politici navigati quali Pasquale Marino e Franco Palumbo.
È lui, Pasquale Mazza (nella foto), il personaggio del giorno nella città dei Templi. Nell’intervistarlo ce lo immaginavamo scocciato, segnato ed offeso da tali insinuazioni: Mazza, invece, ostenta una calma glaciale, rispedendo ai mittenti anche le invettive più basse e ribaltando, come un piano inclinato, tutte le responsabilità addosso a Palumbo.
Quali sono stati i reali motivi alla base della sua sfiducia a Palumbo?
“La prima cosa che posso dire è che, di sicuro, è finita una dittatura… avevo accettato l’invito a passare in maggioranza perché avevo creduto in cose che, poi, si sono rivelate soltanto false promesse e chiacchiere al vento; con Palumbo non c’è mai stato un dialogo diretto: discutevamo, parlavamo, ma poi faceva sempre il contrario di quanto si era stabilito insieme ai consiglieri, nel senso che agiva comunque di testa sua, con decisioni che, alla fine, erano già prese”.
Lei parla di chiacchiere al vento: può essere più preciso?
“All’inizio mi aveva lusingato promettendomi la candidatura al Consiglio provinciale il prossimo febbraio, poi ho saputo da altri che, in realtà, aveva già scelto Giovanni Piano, contro il quale, per carità, non ho nulla da dire, anzi è stato sempre simpatico e corretto. E vogliamo parlare dell’ultima riunione sul Puc, in Sala Erica? Mi crede se le dico che nessuno, in maggioranza, ne sapeva nulla? Le sembra normale che io, consigliere comunale, devo apprendere da StileTV che viene presentato pubblicamente il preliminare di Puc alla gente? Le sembra normale che organizzano tutto solo il sindaco e Di Gregorio, tecnico nominato proprio da Palumbo, mentre noi rappresentanti scelti dal popolo non siamo stati nemmeno invitati a partecipare? Una cosa gravissima, altro che trasparenza e partecipazione!”.
A proposito di Di Gregorio: sui social, ha accusato i vigili urbani di non controllare presunte ‘false residenze’ lungo la fascia costiera, ricordando che il pagamento delle tasse comunali come prima casa, e non come seconda, configura un palese danno erariale per il Comune…
“Lei è un giornalista attento e sa, come me, che Di Gregorio ce l’ha con me ed i ‘miei’ elettori: bene, ne approfitto per evidenziare che io, alla Laura, ho avuto circa 100 voti, il resto li ho presi al Capoluogo, a Capaccio Scalo, a Santa Venere, a Spinazzo! Questa è solo invidia, perché sono l’unico consigliere sempre eletto dal 1995 ad oggi, perché sto h24 a disposizione dei cittadini, dei bisognosi, della povera gente che nessuno ascolta in Comune! Ma la vorrei fare io una domanda a Di Gregorio, visto che mi fa tanto ridere…”.
Quale?
“Caro architetto Di Gregorio, perché nell’Ufficio Tecnico consentivi l’accesso solo al consigliere delegato Lucio Conforti? Perché ti arrabbiavi se ci entravano altri consiglieri? Non ti sei accorto che non era il tuo ufficio personale, bensì un ufficio pubblico? Perché non ci hai fatto vedere il preliminare di Puc prima di presentarlo?”.
Durante il suo breve periodo in maggioranza, c’è stato qualcos’altro che l’ha lasciata perplessa?
“Le cose sulle quali non ero d’accordo e che mi hanno indotto ad abbandonare Palumbo sono state parecchie, e potevo accorgermene, purtroppo, solo stando in maggioranza: mi sono accorto, ad esempio, della volontà di esternalizzare da subito numerosi servizi svolti dalle società partecipate, cosa che avrebbe lasciato a casa decine di operai, padri di famiglia che, da anni, lavorano nel paese dove vivono; poi, avevo le deleghe a Demanio e Fascia Costiera, ma gli uffici competenti fissavano riunioni e redigevano atti di cui mai sapevo, come ad esempio quelli sul PAS (Piano di Assestamento Forestale, ndr); chiesi anche la delega ai Condoni Edilizi, ma mi fu negata; ho scoperto, infine, che per il LinOra Village è stato speso oltre un milione di euro di soldi dei cittadini, altro che i 300mila euro o i finanziamenti che spesso ci dicevano!”.
Dunque, ci dica la verità: è stato lei ad andare dai dissidenti o l’hanno convinta loro a firmare?
“Sono corso io da loro, dicendogli che mi ero scocciato, che non ce la facevo più ad essere usato e preso in giro dal sindaco; li ho chiamati quando mi sono accorto che si stavano ingannando i cittadini, e non me la sentivo, sinceramente, di partecipare a questo grande inganno alle loro spalle”.
Oggi, è in pace con sé stesso?
“Sono amareggiato, di certo non festeggio o stappo lo champagne, ma sono sereno perché ritengo di aver fatto la cosa giusta per evitare danni maggiori, e quindi a posto con la mia coscienza: da sempre sono per la pace e il bene del paese, il mio unico errore è stato credere ad un sindaco che, in realtà, aveva già deciso tutto da solo”.
Eppure, sui social, l’hanno etichettata come ‘killer’ di Marino e Palumbo, con tanto di vignette ironiche che la paragonano a James Bond e post che la apostrofano come inaffidabile e traditore…
“Guardi, posso dire con orgoglio di aver ricevuto soltanto ‘grazie’ in questi giorni! Centinaia di telefonate, di persone, di amici che mi hanno detto ‘grazie Pasquale, finalmente avete liberato questo paese!’ fermandomi perfino per strada e nei bar! Questa è la realtà che qualcuno fatica ad accettare e a vedere: io invece la vedo perché vivo in mezzo alla gente, tutti i giorni”.
Palumbo, però, ha lanciato pubblicamente accuse pesantissime, alludendo a “denaro in cambio della sua testa”, a soldi per sfiduciarlo, a criminali che meriterebbero di essere arrestati…
“L’ho sentito durante la diretta su StileTV: sono tutte accuse ignobili, assurde, calunnie per le quali andrebbe denunciato direttamente! E mi riservo di farlo, semmai Palumbo alludesse al sottoscritto che, oltre ad avere famiglia e figli, ha alle spalle 23 anni di politica attiva immacolata! Su queste indegne parole, dico solo una cosa: sono dimostrazione di cattiveria e infamità, perché colpiscono sul personale; sono parole false, orribili, insensate, di cui un sindaco o ex sindaco dovrebbe solo vergognarsi; parole che hanno dimostrato chiaramente, a tutta Capaccio Paestum, chi è veramente Palumbo”.



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