CAPACCIO PAESTUM. Il lido Le Nereidi non potrà essere spostato dalla spiaggia di Varolato a quella della Laura di Capaccio Paestum. I giudici della seconda sezione del Tar di Salerno (presidente Paolo Severini, a latere Olindo Di Popolo e Roberta Marzulla) infatti, ha accolto il ricorso presentato dall’avv. Antonio Di Filippo, legale dei proprietari dei lidi Chelys Beach e Kennedy, annullando la delibera di Giunta comunale n. 248 del 3 maggio 2018 nonché la concessione demaniale marittima suppletiva rilasciata in favore della Balnea srl, società che gestisce lo stabilimento balneare Le Nereidi, condannando in solido la stessa e il Comune di Capaccio Paestum a corrispondere, in favore dei ricorrenti, 2.500 euro a titolo di spese di lite.
Dunque, il lido Le Nereidi (nella foto) non potrà traslare da un punto all’altro del litorale, ovvero proprio tra il Chelys Beach e il Kennedy, che avevano portato la vicenda in tribunale. Il Regolamento comunale per la gestione del demanio marittimo, approvato dall’ex Amministrazione di Capaccio Paestum, prevede la suddivisione del litorale in cinque ambiti di balneazione, in ciascuno dei quali vige il rispetto del 30% da destinare a spiaggia libera, includendo le concessioni già esistenti. Dopo aver acquisito in maniera preliminare il parere favorevole del funzionario responsabile dell’Area I, Antonio Rinaldi, l’ex Giunta Palumbo, con apposita delibera, approvò la richiesta di surroga mediante traslazione dell’area demaniale marittima in concessione, ai sensi dell’art. 15 del Regolamento comunale demaniale vigente, presentata dai proprietari dello stabilimento balneare Le Nereidi, negli anni il più danneggiato dalle mareggiate invernali (nella foto) e fortemente penalizzato dal fenomeno dell’erosione costiera, a seguito della drastica riduzione della battigia attrezzata alla fruizione, ai limiti dell’estinzione della concessione demaniale stessa: una situazione che ha arrecato evidenti danni economici ai titolari.
Autorizzazione che, però, non fu rilasciata quell’estate dall’Ufficio demanio marittimo, anche perché già all’epoca l’avv. Di Filippo, impugnò l’atto. Traslazione che, invece, fu poi approvata a fine anno 2018, innescando un nuovo ricorso basato sul mancato rispetto del limite del 30% nell’ambito balneare in questione, area peraltro già destinata alla pubblica fruizione nonché sito SIC protetto per la presenza delle caratteristiche dune con i gigli di mare.
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