EBOLI. Piegato da due mesi di carcere, Gianluca La Marca ha deciso di parlare. Nel corso di un interrogatorio fiume reso alla DDA nei giorni scorsi, l’imprenditore caseario ebolitano, arrestato lo scorso febbraio con numerosi e gravi capi d’accusa a suo carico, avrebbe infatti iniziato a collaborare con la giustizia. Con lui, nel corso di un blitz congiunto di finanzieri e carabinieri, in manette finirono anche l’ex boss Giovanni Maiale, accusato di averlo ‘favorito’ nell’acquisto di alcuni allevamenti all’asta con l’ausilio dell’intimidazione, e il direttore dell’Agenzia delle Entrate di Salerno, Emilio Vastarella, nei guai per aver ‘aggiustato’ presunte pendenze con il Fisco, a carico del 42enne, in cambio di costose regalie. Le dichiarazioni rilasciate ai magistrati Rocco Alfano e Marco Colamonici della Direzione Distrettuale di Salerno dal giovane titolare del caseificio Tre Stelle di Eboli sono state tutte secretate, con gli inquirenti che dovranno ora verificare l’attendibilità di quanto messo a verbale: ricostruzioni top secret che, ovviamente, fanno tremare eventuali collusi.
Subito dopo aver riempito pagine di verbali, assistito dagli avvocati Sica e De Caro, La Marca è stato scarcerato e condotto ai domiciliari lontano da Eboli, in una località sconosciuta.
Per gli inquirenti, l’erede dell’impero Tre Stelle ha attuato, negli ultimi anni, una politica economica espansionistica sfruttando risorse provenienti da una massiccia evasione fiscale, progettando di acquisire direttamente, o tramite familiari, aziende zootecniche e allevamenti bufalini della zona di Capaccio Paestum ed Eboli in stato di crisi e sottoposte a procedure esecutive, avvalendosi finanche della capacità intimidatoria dell’ex boss pentito Giovanni Maiale per minacciare imprenditori rivali alle aste giudiziarie.
Le accuse in capo agli arrestati e ad indagati, a vario titolo, sono: falso in bilancio, dichiarazione fraudolenta, appropriazione indebita, autoriciclaggio, illecito impiego di denaro di provenienza illegale, corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio, trasferimento fraudolento di valori, turbativa d’asta, detenzione e porto abusivo di armi, tra cui una pistola con matricola abrasa.
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