ALBANELLA. Duplice delitto con giallo, nella notte, nel comune salernitano di Albanella. Intorno alle ore 23:15 di ieri, in un’abitazione rurale sita lungo Via Fravita, nella frazione Matinella, sono stati rinvenuti i corpi di un uomo e di una donna, colpiti a morte con evidenti segni di arma da taglio, probabilmente un coltello di lama lunga e sottile. Si tratta di Armando Tomasino, 56 anni, e della sua convivente, Maria Francesca Lamberti, 51enne. A dare l’allarme il figlio 21enne della donna: al momento di rincasare, il giovane ha notato la porta d’ingresso in anodizzato aperta, scoprendo dapprima il cadavere del Tomasino accasciato nel cortile, nei pressi di un camion cassonato bianco Fiat parcheggiato nel viale che conduce al cancello principale, colpito al cuore, all'addome e alla schiena con ben 15 fendenti, e successivamente quello della madre riverso, quasi davanti all’uscio, in una pozza di sangue in virtù di 13 coltellate al ventre ed al dorso. Una vera e propria esecuzione, che ha visto il killer infierire sulle due vittime con raccapricciante violenza.
Il Tomasino, molto conosciuto dalla comunità locale, sbarcava il lunario con la raccolta di metalli usati, in particolare ferro vecchio e rame. Sul posto sono subito accorsi i carabinieri della locale stazione insieme ai colleghi di Agropoli, i Ris del comando provinciale dell’Arma, il medico legale Mastrangelo ed il pm della Dda di Salerno, Maria Chiara Minerva, i quali non hanno potuto fare altro che constatare il decesso e circoscrivere la scena del duplice quanto spietato assassinio. Successivamente, sono giunti i vigili del fuoco del distaccamento di Eboli, i quali hanno utilizzato imponenti luci da campo per illuminare il piazzale antistante l’abitazione, circondata da ammassi di ferraglia e cumuli di pezzi inutilizzati di motori, lamiere e cavi. Gli inquirenti hanno perlustrato l’area tutta la notte con l’ausilio di torce elettrice al fine di rinvenire tracce significative dell’assassino o degli assassini, compresa l’arma di quello che si configura essere, a tutti gli effetti, un duplice efferato omicidio. Interrogati anche i vicini di casa. Secondo le prime ricostruzioni, si sarebbero sentite delle urla sia dell’uomo che della donna: diverse le ipotesi, non ultima quella di un tentativo di furto scoperto dal Tomasino, un vero e proprio agguato ai danni dello stesso oppure un diverbio finito in tragedia, con la donna che, probabilmente attirata dalle grida del marito nel cortile, potrebbe aver visto in faccia l’assassino, il quale così non ha esitato ad ammazzarla. Dopo un lungo iter per il rilievi del caso, i corpi delle due vittime sono stati trasportati all'ospedale di Battipaglia.
Armando Tomasino, secondo alcuni conoscenti e residenti che hanno raggiunto Via Fravita nonostante l’ora tarda, avrebbe precedenti penali e si sarebbe separato dalla prima moglie diversi anni fa, e dalla quale ha avuto due figli maschi. Nel luglio del 2005, Tomasino fu protagonista di un altro episodio di cronaca: dopo aver litigato con l’ex compagna 47enne, Angela Salerno, ferì alla mano con un colpo d’arma da fuoco il rivale in amore, l’allora 59enne Antonio Di Poto. La pistolettata avvenne al culmine di una furibonda lite in Via Capo di Fiume, a Capaccio, davanti alla residenza della donna, dove Tomasino si era recato, presumibilmente con una scusa, per ‘regolare i conti’ con il nuovo pretendente della Salerno. Dopo lo sparo, per fortuna con lievi conseguenze, il ferraiolo di Altavilla si diede alla fuga, prima di essere stanato ed arrestato dai carabinieri all’ospedale di Eboli, dove si era recato per farsi medicare ematomi e lividi subiti durante la zuffa. Nella sua automobile, i militari dell’Arma rinvennero un autentico arsenale: oltre alla pistola utilizzata per lo sparo, poi risultata un’arma giocattolo modificata, un fucile a canne mozze con altre canne di diverso calibro ed una cinquantina di cartucce. Di lì fu condotto nel carcere di Fuorni con l’accusa di tentato omicidio, lesioni personali, porto d’armi illegale e detenzione di armi clandestine.
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