CAPACCIO. Riceviamo e pubblichiamo, integralmente, una nota inviata alla nostra redazione da Nicola Ragni (Udc), già consigliere comunale di Capaccio, in merito alla vicenda relativa alla profanazione delle tombe dei genitori dell'ex sindaco, Pasquale Marino:
"Quando, senza pensarci su due volte, presi le difese dei due dipendenti accusati di avere trafugato i resti mortali dei signori Marino e Gorga, genitori dell’ex sindaco di Capaccio, lo feci per tre motivi fondamentali - si legge nella nota di Ragni (nella foto) - il primo legato al fatto che, conoscendo bene i due dipendenti, ero certo della loro incapacità a compiere un’azione così indegna; il secondo perché non bisogna mai condannare anticipatamente una persona senza alcuna prova, e il terzo perché ero convinto, e resto convinto, che i motivi di tale gesto andassero ricercati in altri ambiti. Ma questo fa parte del passato e, se le indagini della Procura proseguiranno nella direzione dovuta, probabilmente se ne scopriranno delle belle. Il problema che ci riguarda è diverso ed è di ordine etico-morale. Quando una persona sbaglia, se è una persona seria, dovrebbe assumersi le proprie responsabilità, fare ammenda dei propri errori e, soprattutto, chiedere scusa alle persone ingiustamente e volutamente offese. Ho letto, invece, sui giornali di qualche giorno fa, dell’archiviazione del procedimento a carico dei due dipendenti, Savino e Mirarchi, persone perbene che hanno subito ingiustamente un torto ed un’offesa, ma non ho letto di pubbliche scuse verso queste due persone, che avrebbero il sacrosanto diritto di riceverle e pubblicamente, come pubblicamente è stato infangato il loro nome, senza alcuna prova, ma, probabilmente, solo per non fare collegare l’accaduto ad altre motivazioni. Per fortuna, la giustizia cammina lentamente ma inesorabilmente e la verità, in questo come in altri casi, prima o poi vienea galla. Questi due dipendenti che, improvvisamente, si videro crollare il mondo addosso, addirittura con minacce di licenziamento immediato basato sul nulla, hanno visto riconosciuta la loro innocenza. Ma adesso chi li ripagherà del torto e delle offese subite?".
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