EBOLI. Cento euro al giorno per custodire una telecamera di videosorveglianza e relativi accessori, di proprietà del Comune di Eboli, smontati da un lampione pubblico danneggiato. Questa la tariffa a carico dell’ente civico applicata dalla Dok Group s.a.s. di Avallone Gerardo, l’impresa che ha eseguito, il 28 luglio 2019, l’intervento di messa sicurezza di un palo della pubblica illuminazione spezzato in Piazza Epitaffio, comunicando al Comune “di non essere però riuscita ad individuare alcun responsabile per la consegna del materiale rimosso (telecamera e accessori) e che lo stesso era conservato presso la ditta in attesa del ritiro con l’applicazione di una tariffa di 100 euro oltre iva per ogni giorno di custodia”, come si evince testualmente dalla determina n. 155 del 9 dicembre scorso, con la quale il Comandante della polizia municipale, il magg. Marco Michele Garibaldi, dispone di procedere al pagamento della ditta.
La Dok Group, infatti, custodisce la telecamera ‘dimenticata’ dal Comune per ben 3 mesi, emettendo altrettante fatture per complessivi 10.980 euro. Solo quando la gestione dell’impianto di videosorveglianza comunale passa alla Polizia Municipale, ad ottobre 2019, viene intimato alla ditta di riconsegnare tutto il materiale smontato dal lampione presso la sede del Comando vigili, cosa che avviene l’11 novembre 2019. “A seguito di accordi intercorsi tra le parti - si legge ancora nella determina - la Dok Group ha emesso note di credito pari a 5.490 euro”, ovvero il 50% dell’importo richiesto inizialmente, ricevendo dunque 5.490 euro per la custodia della telecamera per 3 mesi.
Sulla vicenda, il consigliere di opposizione Damiano Cardiello (nella foto) preannuncia la richiesta di revoca in autotutela degli atti e del pagamento, chiedendo contestuale accesso agli atti: “Dalla determina in oggetto non si evince se la Dok Group abbia ricevuto regolare incarico per eseguire il lavoro sul posto, anche in virtù del fatto che la ditta ha fatturato al Comune di Eboli solo la custodia del materiale smontato, non la manodopera impiegata ed i costi sostenuti per lo smontaggio del lampione: resta da capire chi e con quale atto l'ha autorizzata. Tuttavia, anche se ci fosse un regolare affidamento, perché non ci si è rivolti alla società che gestisce la pubblica illuminazione, ovvero la Cofely s.p.a. oggi Engie s.p.a., che dal 2009 è aggiudicataria di un appalto di 7 milioni di euro, per 20 anni, per fare proprio questo tipo di lavori, inclusa la messa in sicurezza? Il Comune avrebbe così risparmiato 5.490 euro”.
“A mio avviso - conclude Cardiello - la Dok Group doveva fatturare in ogni caso la custodia alla Engie s.p.a., non certamente al Comune di Eboli! I soldi pubblici vanno spesi con maggiore accuratezza, nella fattispecie con ulteriore attenzione visto che, proprio sull’affare della videosorveglianza di Eboli, c’è un’inchiesta in corso della Procura che vede indagati il sindaco di Eboli, l'assessore alla manutenzione, due tecnici comunali e due privati”.