EBOLI. Mario De Pasquale, 27 anni, e Tiziano Alacqua, 37 anni, hanno confessato di essere gli autori del delitto che ha sconvolto la comunità ebolitana, consumatosi sabato notte nel popoloso quartiere San Lazzaro, teatro dell’efferato omicidio. Sono stati loro ad uccidere, con 12 coltellate, la 50enne Maria Rosaria Ricci e a tentare di assassinare il marito, il 54enne Giovanni Caiafa, le cui condizioni stanno migliorando, nella brutale aggressione avvenuta nella notte tra sabato e domenica nel centro storico di Eboli. Proprio i due ebolitani, vicini di casa della coppia, avrebbero deciso di “punire” Maria Rosaria e Giovanni, perché, secondo quanto rilasciato nell’interrogatorio fiume all’interno della caserma dei carabinieri di Eboli, la coppia li tempestava, da mesi, di telefonate anonime, minacce, sconcezze ed insulti. Il racconto di De Pasquale ed Alacqua ha riguardato vari episodi, facendo emergere una serie di intrighi, legati a gelosie e maldicenze venute alla luce nei vicoli di San Lazzaro. Ciò avrebbe scatenato il desiderio di vendetta, soprattutto da parte di Mario De Pasquale. Alacqua, infatti, avrebbe riferito agli inquirenti ed al pm Carmine Olivieri, di non essere a conoscenza delle intenzioni omicide di De Pasquale. Il coltello di 18 centimetri utilizzato per martoriare il corpo di Maria Rosaria e per provare ad uccidere anche Giovanni, doveva servire, per Tiziano Alacqua, soltanto per bucare le ruote dell’auto, presa di mira, con la rottura dei finestrini. La situazione è poi degenerata, quando la coppia ha scoperto i due alle prese con i danneggiamenti della Fiat Marea. Alacqua ha iniziato a picchiare Giovanni Caiafa mentre De Pasquale ha inseguito Maria Rosaria che ha provato a scappare. Poi le coltellate, l’omicidio e la fuga. De Pasquale, ferito ad una mano, si è rifugiato nella sua casa, distante solo duecento metri dal luogo del delitto. All’interno dell’abitazione, i carabinieri hanno scoperto abiti intrisi di sangue. Alacqua, invece, è stato arrestato a Serre, a casa di parenti. Entrambi rispondono di omicidio in concorso.
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