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L' APPELLO
L' APPELLO
Coronavirus, l'allarme dell'ex Agropoli Panini: "Calciatori dilettanti non tutelati"
Comunicato Stampa
31 marzo 2020 11:03
Eye
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ROMA. C'è un tempo in cui parlare di determinate cose può apparire sconveniente, fuori luogo, a seconda delle contingenze. Si sta vivendo un momento molto brutto, condito con tutti quelli che possono essere gli ingredienti di una vera tragedia: morti, scene strazianti, panico, solitudine, il debole che non ce la fa'. La natura  mette a nudo quel finto benessere che ci fa pensare immuni a tutto, anche alla natura stessa che, quanto presenta il conto, lo fa nel modo più spietato e senza pentirsene mai. Questo incipit per parlare, in tempi di coronavirus, di un problema serio che può non sembrarlo: Si pensa già a come fronteggiare l'emergenza economica, tutelare i lavoratori, anche quelli del sommerso che, essendo l'Italia ormai blindata, hanno difficoltà primarie, come far vivere una famiglia. È questo il caso dei calciatori di Serie D, dilettanti solo sulla carta, allenati, in tempi e modi, come dei professionisti, ma, purtroppo, non tutelati come loro. Un giocatore di serie D spesso, col suo stipendio, dà da mangiare alla famiglia. Stipendio che è sempre soggetto a burrasche di vario tipo, che ne minano la certezza. Questo è il caso, con i campionati sospesi e circa 4000 calciatori allo sbando, non tutti per fortuna, ma una gran parte si. Molto sensibile alla questione è Manuel Panini (nella foto), bucaniere di queste categorie da un bel po' e attualmente calciatore del Flaminia. Ecco cosa ci dice: "È un problema molto serio, anche se parlare di calcio in un momento come questo può sembrare irreale, ma, con i campionati sospesi, e parlo di 9 gironi, potrebbe essere un vero disastro per molte persone. Una premessa è doverosa: la salute viene prima di tutto e su questo non ci piove, ma noi calciatori vorremmo almeno sapere se, per noi, esiste qualche tutela, oltre quella, flebile, dei nostri cosiddetti contrattini. Io mi considero un fortunato, ma tanti non lo sono. Ci sono presidenti che potrebbero approfittare, in modo poco degno, di questa situazione. Non voglio fare di ogni erba un fascio, anzi, la mia società è stata molto comprensiva, ma se non si hanno tempi certi, è difficile anche mediare per avere gli stipendi o una parte di essi. I nostri rappresentanti di lega, che voglio ringraziare per l'impegno, Trovato e Gaggioli stanno facendo il possibile, ma il problema è a monte. Noi calciatori di serie D siamo, da sempre, alla mercé di qualcuno con pochi scrupoli e che non capisce che molti contano sul proprio stipendio per vivere. Siamo considerati dilettanti,ma facciamo i professionisti a tutti gli effetti. Come può un calciatore, che si allena 6 volte a settimana, che si fa anche 12 ore di pullman  per andare a giocare e torna in piena notte, andare a lavorare? Già è difficile di suo questa situazione, in questo frangente sfiora il dramma per molti di noi. Dovremmo essere equiparati a semiprofessionisti, per non essere totalmente indifesi contro chi se ne approfitta, carpendo la tua fiducia e la tua buonafede. Essere tutelati in qualche modo, sennò siamo carne da macello. Questa è la mia battaglia da sempre, ma forse a qualcuno non conviene. Ora è tempo di darci certezze, mancano 12 partite, anche cominciando a fine aprile ce la facciamo e salviamo il salvabile. Noi, io, siamo anche disponibili a venire incontro alle società, ridiscutere, tagliarci qualcosa, ma deve essere uno sforzo condiviso e percepito come problema reale. Non si può combattere contro i mulini a vento di un sistema che non funziona. E ora di cambiare le cose e, nel frattempo, in questo delicato momento, ci diano certezze, ci dicano qualcosa perché brancoliamo nel buio...". Questo il pensiero di Manuel Panini



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