EBOLI. Appalto per la videosorveglianza ad Eboli: il gup Giandomenico D’Agostino del Tribunale di Salerno ha respinto la richiesta di patteggiamento di Fabio Ciaglia, principale accusatore di amministratori, dirigenti ed imprenditori locali, la cui denuncia alle autorità competenti fece scattare l’indagine.
I legali difensori del tecnico informatico Ciaglia, gli avv. Franco e Damiano Cardiello, hanno così annunciato che opteranno per il rito abbreviato: slitta così al 17 febbraio prossimo la decisione del gup sui rinvii a giudizio per nove dei 10 indagati, a vario titolo, per turbata libertà degli incanti, corruzione, abuso d’ufficio, peculato, falso ideologico e materiale.
Tra gli imputati figura anche l’ex sindaco, Massimo Cariello, presente ieri in aula. Registrate, al contempo, le richieste di costituzione di parte civile avanzate dalla Confesercenti Eboli, presieduta dall’attuale consigliere di minoranza, Donato Santimone, e dall’associazione Agorà Leontica.
Nel procedimento, Ciaglia assume la duplice veste di accusatore ed accusato, avendo denunciato e comprovato di non aver percepito il compenso di 35mila euro pattuito con il Comune, nel 2015, per installare le telecamere sul territorio ebolitano.
Il sostituto procuratore Silvio Marco Guarriello, titolare dell’inchiesta coordinata dalla locale DDA, ha chiesto il processo per Cariello e per l’ex assessore alla Manutenzione, Ennio Ginetti; il responsabile del settore Manutenzione, Achille Pirozzi; la dirigente apicale del settore Patrimonio, Lucia Rossi; il responsabile della Sarim, Giovanni Bardascino; gli imprenditori Gennaro Mastrolia, Gerardo Avallone, Enzo Giangregorio, Giuseppe Lieto e lo stesso Fabio Ciaglia, titolari delle ditte coinvolte, anche sulla scorta di fatture emesse, e pagate dall’ente civico, per presunte manutenzioni e lavori inesistenti o gonfiate negli importi.