EBOLI. Il Comune di Eboli ha deciso di costituirsi parte civile nel processo sull’appalto per la videosorveglianza che vede 10 indagati, a vario titolo, per turbata libertà degli incanti, corruzione, abuso d’ufficio, peculato, falso ideologico e materiale. La delibera è stata firmata dal commissario prefettizio Antonio De Iesu che ha conferito l’incarico al legale Giovanni Sofia, che sta già seguendo l’altro procedimento legato all’ex sindaco Massimo Cariello, ora ai domiciliari, per il processo al via il 25 febbraio prossimo. Cariello indagato anche per quest’inchiesta che punta a far luce sulle denunce prodotte da Fabio Ciaglia, tecnico informatico ebolitano, principale accusatore di amministratori, dirigenti ed imprenditori locali. Ciaglia assume la duplice veste di accusatore ed accusato, avendo denunciato e comprovato di non aver percepito il compenso di 35mila euro pattuito con il Comune, nel 2015, per installare le telecamere sul territorio ebolitano. Difeso dagli avv. Franco e Damiano Cardiello, Ciaglia ha optato per il rito abbreviato: il prossimo 17 febbraio è attesa la decisione del gup sul rinvio a giudizio di altri nove indagati. Chiesto il processo per l’ex assessore alla Manutenzione, Ennio Ginetti; il responsabile del settore Manutenzione, Achille Pirozzi; la dirigente apicale del settore Patrimonio, Lucia Rossi; il responsabile della Sarim, Giovanni Bardascino; gli imprenditori Gennaro Mastrolia, Gerardo Avallone, Enzo Giangregorio, Giuseppe Lieto e lo stesso Fabio Ciaglia, titolari delle ditte coinvolte, anche sulla scorta di fatture emesse, e pagate dall’ente civico, per presunte manutenzioni e lavori inesistenti o gonfiate negli importi. A costituirsi parte civile anche la Confesercenti Eboli e l’associazione Agorà Leontica.