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RIGETTATI RICORSI
RIGETTATI RICORSI
Capaccio, spaccio di droga: Cassazione manda in carcere tutto il clan Rossi
Alfonso Stile
19 marzo 2021 09:20
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CAPACCIO PAESTUM. Spaccio di droga a Capaccio Paestum, Agropoli, Castellabate e vari comuni del Cilento. La Cassazione respinge i ricorsi di 16 componenti del cosiddetto clan Rossi, per i quali si sono aperte le porte del carcere di Fuorni dove dovranno scontare pesanti condanne definitive, passate in giudicato, che vanno dai 2 ai 15 anni. 

A tenere le redini dello smercio di sostanze stupefacenti nella città dei Templi erano dunque il 73enne Umberto Rossi (14 anni e 8 mesi) e suo figlio 35enne Giancarlo Rossi (15 anni e 4 mesi), originari di Acerra e già detenuti. Oltre ai loro ricorsi, i giudici della Suprema Corte hanno rigettato anche quelli del 38enne Salvatore Maresca (14 anni e 9 mesi), del 32enne Roberto Maresca (4 anni per il quale decadde l'accusa di associazione), del 27enne Gianluigi Strianese (4 anni e 8 mesi), del 37enne Francesco Rossi (5 anni e 4 mesi), del 32enne Marco Di Mieri (9 anni e 4 mesi), del 35enne Raffaele Russo (6 anni e 8 mesi), del 29enne Marco Grimaldi (11 anni), del 45enne Mario Menichini (6 anni), del 45enne Carmine Marrazza (6 anni e 8 mesi), del 31enne Costantino Leo (6 anni e 8 mesi), del 27enne Antonio Buonora (8 anni), del 40enne Saleh Errechaiech (2 anni e 6 mesi) e del 38enne Lucido Valentino Venturiello (6 anni).

Nei ricorsi, i legali difensori hanno cercato di sminuire i rapporti di ciascun imputato con i vertici del sodalizio criminale, rifuggendo dal vincolo associativo dopo le durissime pene comminate in primo grado e di poco ridotte in Appello: ad incastrarli, però, le confessioni di un pentito della banda, una vasta mole di intercettazioni fra loro, la significativa quantità di droga sequestrata nel corso delle indagini e la partecipazione attiva al sostentamento del detenuto, Giancarlo Rossi, mediante versamento di una quota fissata per il mantenimento.

Il clan retto dai Rossi figlio e padre, quest’ultimo noto come Umberto 'o napulitano ed ex reggente locale della Nco, aveva assunto il monopolio dello spaccio di sostanze stupefacenti nella città dei Templi avvalendosi di una radicata rete di pusher e connivenze. In alcuni casi, svelati episodi in cui gli affiliati ricorrevano all’uso di armi per intimidire piccoli spacciatori locali che agivano in proprio, nonché per organizzare estorsioni ai danni di aziende della zona. 

La banda fu sgominata dai carabinieri della Compagnia di Agropoli in due distinte operazioni, denominate ‘New family 1-2’, messe a segno nel 2016 e 2017, grazie al fiuto investigativo dell’allora cap. Francesco Manna e all’intenso lavoro dei militari del NORM, all’epoca diretto dal m.llo Carmine Perillo. Ad eseguire le ordinanze di carcerazione sono stati, nei giorni scorsi, i militari della Stazione di Capaccio Scalo, diretti dal lgt. Giuseppe D'Agostino, che all'epoca coadiuvò in maniera decisiva le indagini.



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