CAPACCIO. Il presidente della Calpazio, Gennaro Rinaldi (nella foto), medita di lasciare la guida della società. Sono giorni di riflessione quelli del patron granata. Deluso, da un lato, dal mancato apporto in termini di affetto del pubblico ed anche scontento per le risposte mai giunte davanti a richieste importanti fatte in questi mesi per continuare ad imbastire un progetto calcistico ambizioso. Poche presenze allo stadio, tante polemiche a margine di stagioni che, invece, hanno scritto la storia del club nato nel 1963, reduce dalla posizione più alta mai raggiunta, il nono posto in Eccellenza, con il record di punti, 38, che la squadra allenata da Enzo Adinolfi (che da due giorni ha annunciato l’addio) è riuscita a portare a casa. Gennaro Rinaldi si aspettava tanto dal pubblico, dalle istituzioni e dagli amici che contano. Invece, ha trovato un minimo sostegno davanti a sacrifici fatti nel corso di questi anni. Neanche il punto più alto toccato dalla sua Calpazio è bastato per accendere interesse e voglia negli altri di investire, o nella tifoseria di Capaccio Capoluogo di manifestare ancora più affetto e seguito attorno alle prestazioni di capitan Bellizio e compagni. Adesso, il presidente dei granata medita di lasciare, anche perché i suoi continui appelli rivolti alle istituzioni a contribuire sono caduti nel vuoto. Una battaglia, quella condotta per avere a disposizione per la prima squadra e per il settore giovanile un terreno di gioco adatto per le esigenze di calciatori ed atleti. Un manto in erba sintetica da installare al “Tenente Vaudano” o al “Mario Vecchio” è stata la richiesta di Rinaldi, avanzata sempre a bassa voce e con il massimo rispetto, ma finora nessuna risposta certa è giunta. Eppure, sul campo il giocattolo creato dal presidente della Calpazio sembrava funzionare al meglio. Alcuni meccanismi si sono rotti, da verificare se nelle prossime settimane sarà possibile rimetterli al loro posto o meno. Intanto, la Capaccio sportiva guarda con molta invidia agli stadi ed ai risultati di Gelbison ed Agropoli, compagini cilentane pronte a ritagliarsi uno spazio importante in serie D.
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