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SOLDI ILLECITI A DUE ONLUS
SOLDI ILLECITI A DUE ONLUS
Eboli, concussione e riciclaggio: a processo ex finanziere e 7 imputati
Alfonso Stile
05 luglio 2021 08:58
Eye
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EBOLI. Soldi per sostenere due associazioni a lui riconducibili, movimentando ingenti somme di denaro di provenienza ignota, su diversi conti bancari, per mascherare presunti profitti di concussioni e riciclaggio, per un giro milionario gestito da un sottufficiale della Guardia di Finanza in servizio all’epoca dei fatti. 

In accoglimento della richiesta del sostituto procuratore Francesco Rotondo della Procura della Repubblica di Salerno, il gup Giovanna Pacifico del locale Tribunale ha disposto il rinvio a giudizio per Angelo Voza, ex maresciallo delle Fiamme Gialle; l’ex assessore alle Politiche Sociali di Eboli, Lazzaro Lenza; Francesco Celardo, Paolo Forte, Erasmo Saja, Luigi Saja e Giuseppa Fulgione, questi ultimi cognati di Voza e gestori della onlus Dionisio. Stralciata, per motivi di salute, la posizione di Giuseppina Giannattasio, moglie di Voza e presidente dell’altra associazione culturale, la Genesis.

A vario titolo, dovranno rispondere dei reati di concussione, riciclaggio, abuso d’ufficio, tentata estorsione e diffamazione. Prima udienza del processo fissata per il 26 ottobre prossimo davanti ai giudici della seconda sezione penale.

I fatti risalgono al periodo tra il 2007 e 2012: secondo la pubblica accusa Voza, all’epoca in servizio presso il Nucleo di polizia tributaria di Salerno e, successivamente, alla Compagnia di Eboli, avrebbe costretto vari imprenditori, oggetto di controlli, ad elargirgli indebitamente somme di denaro, anche in contanti, prospettato implicitamente, alle parti offese, eventuali ritorsioni in occasione di verifiche fiscali. Un vorticoso giro di denaro per complessivi 1 milione e 700mila euro, mascherati sotto forma di dazioni in favore delle due associazioni e rimborsi per spese di viaggi, in realtà mai sostenuti, grazie ad un’agenzia compiacente.

L’indagine che ha permesso di ricostruire il tutto è partita dal licenziamento della moglie di Voza per aver denunciato presunti maltrattamenti di alcune colleghe presso il centro dove lavorava, procedimento poi archiviato: la Giannattasio vinse un ricorso ottenendo il reintegro ma nella sola veste di socia, senza il risarcimento di 160mila euro che riteneva le spettasse, iniziando a scrivere per tale ragione esposti e denunce contro la cooperativa Elaion, con il presunto supporto dell’ex assessore Lenza.



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