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Cipriani: "Spostare il Museo soluzione illogica"
Redazione
26 marzo 2010 11:25
Eye
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Marina_Cipriani

 

Non si placa il dibattito cittadino sull’ipotesi di spostare l’attuale sede del Museo Archeologico Nazionale da Paestum a Capaccio Scalo. Dopo il sindaco Pasquale Marino, il vicesindaco Lorenzo Tarallo, l’assessore alla Cultura Eugenio Guglielmotti e il maestro Bruno Bambacaro dell’Azienda Autonoma Soggiorno e Turismo, si attendeva l’autorevole intervento della direttrice del Museo pestano, Marina Cipriani (nella foto), che ha rilasciato in anteprima a StileTV la sua opinione sulla vicenda: “Credo che spostare il Museo da Paestum a Capaccio Scalo sia un’idea inattuale ed inattuabile, nonché una soluzione illogica e del tutto impraticabile a livello burocratico. Ritengo sia più corretto ragionare in un’ottica diffusa, immaginando la realizzazione di un’altra struttura a tema, che non rappresenti un doppione del Museo nazionale ma che sia in grado d’integrare ed arricchire, autonomamente, l’itinerario storico ed archeologico che, oggi, si snoda tra Paestum ed il museo narrante di Hera Argiva a Gromola. L’attuale sede del Museo, invece, essendo dislocata in prossimità dell’antica agorà greca, giace indubbiamente su altre rovine, la maggior parte delle quali, però, sono state già recuperate in occasione dei lavori effettuati per ricavare i magazzini sotterranei dove sono conservati i numerosi reperti che, per mera mancanza di spazio, non è possibile esporre. È più che ragionevole pensare, infatti, che scavare ancora oltre l’attuale superficie di sedime non porterebbe a grandi risultati in termini di scoperte archeologiche. Pertanto, sono dell’idea che un Polo culturale rappresenti la soluzione migliore, soprattutto in considerazione del fatto che, nell’ambito del Por Campania 2000-2006, il Ministero dei Beni ed Attività Culturali ha acquisito una parte dell’ex fabbrica Cirio, dove, entro il 2013, sarà realizzato un padiglione espositivo riservato alle grandi mostre, grazie ad un finanziamento di 1,2 milioni di euro. Ad onor del vero, furono richiesti fondi per 5 milioni di euro al fine di riqualificare ed ammodernare l’intera struttura, ma ci siamo dovuti accontentare di poco più di un quinto, appena sufficiente per ristrutturare un’ala dell’ex fabbrica”. Riguardo i contenuti dello studio di fattibilità messo a punto dalla Sovrintendenza sull’area archeologica, invocati dal vicesindaco Tarallo a sostegno della propria tesi di spostare del Museo, la Cipriani è categorica: “Lo studio della Sovrintendenza è chiaro, ma non prevede di certo la desertificazione di Paestum. Si tratta appunto di idee e di ipotesi progettuali, le quali però, a mio avviso, avrebbero un effetto negativo se applicate in toto”.



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