SALERNO. Mancato rispetto della normativa comunitaria sui reflui: la sesta sezione della Corte di Giustizia europea ha condannato l’Italia per una serie di inadempimenti riguardo il trattamento delle acque reflue. Nessuna sanzione, al momento, se non il pagamento delle spese del procedimento che, aperto nel 2014, è arrivato ora a sentenza; ma l’Italia rischia grosso dal momento che, secondo i giudici, continuerebbe a non rispettare una serie di obblighi previsti dalla direttiva europea di riferimento.
Secondo quanto emerso durante le verifiche, l’Italia non avrebbe preso le disposizioni necessarie per garantire che siano provvisti di reti fognarie per le acque reflue urbane 159 agglomerati, di cui 29 presenti nel Salernitano, ovvero quelli di Altavilla Silentina, Ascea, Buccino, Caggiano, Casalbuono, Casalvelino1, Caselle in Pittari, Castellabate, Castel San Lorenzo, Centola 1, Contursi Terme, Montesano sulla Marcellana, Nocera Inferiore, Nocera Superiore, Padula, Pisciotta, Polla, Pollica, Postiglione, Roccagloriosa, Rofrano, San Gregorio Magno, San Mauro Cilento, Sanza, Sassano, Scafati, Sicignano degli Alburni, Teggiano, Tramonti.
Censure all’Italia anche per quanto riguarda il mancato trattamento secondario alle acque reflue urbane che defluiscono nella rete fognaria allo scopo di limitare la diffusione degli agenti inquinanti: anche qui il territorio Salernitano è interessato con 35 agglomerati urbani su 461, da Scafati a Sapri, che presentano inadempimenti. Ai 29 interessati dall’assenza della rete fognaria, si aggiungono Camerota, Maiori, Mercato San Severino, Montecorice, Perdifumo, Vibonati e il capoluogo, Salerno.