BATTIPAGLIA. Cassa integrazione per 31 ricercatori dell’Alcatel-Lucent di Battipaglia. I lavoratori in rivolta denunciano l’abbandono da parte delle istituzioni del territorio. Lunedì consegnate già le prime lettere ad alcuni dipendenti dei reparti Ricerca e sviluppo e Customer Services. "La situazione appare critica solo per il sito di Battipaglia – protestano i lavoratori - mentre nelle altre sedi italiane dell’azienda le cose sono diverse. Nonostante la cassa integrazione abbia colpito sia Vimercate che Rieti, in queste sedi l’assegnazione di nuove attività e l’individuazione di nuove opportunità lavorative interne al sito sta avvenendo velocemente. I nostri rappresentanti sindacali motivano il ritardo della sede battipagliese anche per l’assenza di istituzioni regionali e provinciali durante tutto il percorso della vertenza al Ministero dello sviluppo economico. E pensare  che solo un mese fa l’assessorato provinciale alle Politiche del lavoro aveva annunciato la creazione di un tavolo istituzionale per il monitoraggio delle vertenze occupazionali". La cassa integrazione è solo il primo epilogo di un ciclo che ha già portato al trasferimento di alcuni lavoratori del reparto Ricerca e sviluppo presso la sede Alcatel-Lucent di Vimercate e l’effettuazione dell’attività di supporto esclusivamente presso i clienti, coordinati dalla sede lombarda e  non più interni al sito battipagliese, che subisce, in questo modo, una vera e propria perdita di autonomia. "Speriamo – continuano i lavoratori – che ci sia un’inversione di tendenza che possa riavvicinare le istituzioni ai cassintegrati e, soprattutto, chiediamo a gran voce la loro presenza negli incontri di verifica previsti al Ministero, in modo da portare la multinazionale ad impegni concreti. Chiediamo che vengano portate a Battipaglia le attività del settore Ricerca e sviluppo, in sostituzione di quelle trasferite, in modo – concludono – da garantire la sopravvivenza del sito, unico sbocco altamente tecnologico della provincia salernitana".