AGROPOLI. “Sarò brutale, ma la verità è una sola: la città di Agropoli negli ultimi 5 anni non è andata avanti, la gente è delusa, rassegnata, scontenta… si è riscontrata difficoltà nel riproporre il nome di Coppola, per questo è stato necessario individuare una nuova guida”: queste le parole di Franco Alfieri (nella foto), sindaco di Capaccio Paestum e già primo cittadino agropolese per 10 anni, durante la seguitissima puntata di ieri sera del nostro format ‘Detto con Stile’ (replica stasera alle 21.15). Un Alfieri che non le ha mandate dunque a dire, spiegando le ragioni della bocciatura del sindaco uscente e dicendosi pronto a sostenere in prima persona, in campagna elettorale, il candidato Roberto Mutalipassi, scelto dalla coalizione di centrosinistra.
Sindaco, cos’è successo tra Lei e Adamo Coppola? “Nel 2017 abbiamo vinto le elezioni con il 75%, c’era tutto un programma da realizzare ed un rapporto con la città molto forte, ma a distanza di 5 anni nell’opinione pubblica abbiamo registrato delusione, rassegnazione: questa è la verità che qualcuno, oggi, finge di non vedere gridando al tradimento, al golpe, alla slealtà; una classe dirigente seria, invece, deve saper prendere anche decisioni difficili e dolorose, ma necessarie e coraggiose. Poi l’ultima parola spetta sempre agli elettori, ma io sto in mezzo alla gente, ad Agropoli ho uno studio professionale e prendo il caffè ogni mattina, e nel tempo ho ascoltato un coro popolare, che ci ha portato a fare una scelta rispettosa di ciò che chiede la gente, quindi nulla di scorretto o scandaloso”.
Si aspettava, dunque, che Coppola facesse un passo di lato, dimostrando senso di appartenenza, oppure comprende la decisione di cercare alleanze altrove e diverse dal passato? “Ogni scelta è legittima, seppur per rabbia o per orgoglio. Io penso, però, che se in squadra per una partita importante si mette un giocatore in un ruolo decisivo, e quella gara non viene disputata bene, quel giocatore viene sostituito da un compagno più all’altezza… così avviene anche in politica, perciò ripeto non c'è stato alcun tradimento, ma solo conseguenze di un ragionamento di squadra. Chiaramente, in campagna elettorale, ci sono i detrattori, quelli che pensano che non dovrei più interessarmi di Agropoli perché ora sto a Capaccio Paestum, che il sindaco di un altro comune non deve comandare a casa nostra… a costoro dico che faccio politica sul territorio da 36 anni, il mio impegno e la mia passione hanno cambiato tante cose in meglio, specie ad Agropoli dove ho amministrato per 10 anni… per questo non mi è indifferente, io ci tengo ad Agropoli e voglio che non resti indietro, che resti protagonista anche nell’Unione dei Comuni che presiedo! Oggi, in città, c’è qualcuno che va girando facendo tremare la povera gente… già un altro si è permesso e l’ho messo al posto suo, quindi attenzione, questa è una campagna elettorale libera, che si farà sui programmi, sulla speranza e sull’orgoglio di questa città”.
Gioco di squadra, come ha fatto Lei in passato? “Nel 2015 avevo già aperto sedi elettorali in tutta la provincia di Salerno, sarei stato sicuramente eletto in Consiglio Regionale ma mi hanno fatto fuori per altre ragioni, non perché non fossi bravo, ma sono rimasto al mio posto, nel mio partito e ho fatto la campagna elettorale per i candidati del Partito Democratico. Non ho rimpianti nemmeno per non essere stato eletto deputato, non ho gridato al tradimento o alla slealtà allora… sono rimasto sempre sul territorio, anche come consigliere di De Luca, diventando sindaco di Capaccio Paestum dove, lo dico oggi, mi proporrò anche per il secondo mandato, perché non ho alcuna intenzione di candidarmi alle prossime Politiche”.
Il paradosso di questa tornata elettorale agropolese è che molti aspiranti sindaci, fino a ieri, hanno amministrato insieme, ed oggi si ritrovano l’uno contro l’altro: come si spiega questa disgregazione? “Credo sia sintomatico…. un sindaco forte, ammirato e riconosciuto autorevole dai suoi, non ha difficoltà a ricandidarsi per il secondo mandato, invece è successo esattamente il contrario. Se chi stava con te si candida contro di te, lo fa perché pensa di poterti battere. Più chiaro di così? Ecco perché la coalizione ha cambiato candidato scegliendo Mutalipassi, non perché Franco Alfieri è il cattivo, o perché Alfieri vuole comandare sempre lui ad Agropoli o perché Coppola è stato tradito! Il vero tradimento è quello di un sindaco nei confronti della comunità, della città che si aspettava tanto e non ha avuto niente. Sarò brutale, ma è la verità”.
Molti le ricordano, però, che fu proprio lei a candidare Coppola… “Quando l’ho scelto e candidato come mio erede, Adamo era il migliore. Ed ero felice per aver messo al servizio di Agropoli il mio collaboratore più valido, ma già dopo un anno le cose sono cambiate, probabilmente anche a causa di qualche consigliere e grillo parlante che ha continuato a dirgli di staccarsi, di allontanarsi, di essere autonomo… e nel frattempo Agropoli è andata sempre più indietro”.
A chi andrà, secondo Lei, il simbolo del PD? “Lo stabilirà la segreteria provinciale, ma credo che se il gruppo consiliare del Partito Democratico e due assessori del partito hanno fatto una scelta sostenendo Mutalipassi, anche lui del Pd, la decisione sia quasi obbligata… E se dovesse chiedermelo, non avrò alcuna difficoltà a salire su un palco e fare la campagna elettorale per Mutalipassi, io sono un uomo di partito e di squadra”.