CAPACCIO PAESTUM. “La Comunità Europea con il Reg. (CE) 1100/2007 stabilì che gli stati membri elaborassero un Piano di gestione dell'anguilla, stante la sua rarefazione in tutti i fiumi. Gli stock di anguilla, infatti, negli ultimi 50 anni si sono ridotti in taluni casi anche del 90%. In Italia fu redatto il Piano nazionale coordinato dal MIPAAF di concerto con le regioni coinvolte successivamente approvato dalla Commissione Europea l'11/07/2011 che stabiliva, tra le altre cose, un target di emigrazione del 40% e la chiusura totale della pesca all'anguilla per le regioni non aderenti al Piano”, ad affermarlo il presidente dell’associazione Dimensione Natura di Capaccio Paestum, Giovanni Piano (nella foto).

“La regione Campania – continua Piano -  è stata una delle regioni che non hanno aderito al Piano e quindi in ottemperanza all'art. 3 del Reg. (CE) 1100/2007 ha dovuto imporre il divieto di pesca all'anguilla con nota dirigenziale n.28450 del 14/01/2013.Il piano regionale dell'anguilla (mai approvato) avrebbe dovuto fornire indicazioni sulle modalità di gestione degli stock di anguilla presenti sul territorio regionale sia in ordine alle tecniche di pesca, i luoghi, i periodi consentiti, le taglie minime, sia alle indicazioni tecniche per la realizzazione di strutture di risalita in corrispondenza di opere artificiali che sbarrano in tutto o in parte i corsi d'acqua (per es. dighe, paratie, traverse)”.

“Si chiede, pertanto – conclude il presidente dell’associazione Dimensione Natura - che la Regione si attivi quanto prima per colmare questa carenza che da quasi 10 anni non consente più di dedicarsi ad una delle tipologie di pesca più antiche e tradizionali, che se condotta con tecniche poco impattanti di certo potrà riprendere senza inficiare il sacrosanto principio della conservazione degli stock”.