AGROPOLI. È l’unico dei pusher incastrati dalla DDA di Salerno ad essere sfuggito alla cattura, ieri, nell’ambito del blitz antidroga condotto dalla Squadra Mobile nel capoluogo e in diversi comuni della provincia, che ha visto finire in cella, a Fuorni, 18 dei 20 indagati. Si tratta di Antonio Musto, detto Antonello, pregiudicato 30enne residente nella zona di Trentova ad Agropoli, anche lui destinatario della misura cautelare della custodia in carcere emessa dal gip Piero Indinnimeo del Tribunale di Salerno. Per gli inquirenti, è Musto il referente dello spaccio di sostanze stupefacenti nel Cilento per conto dell’organizzazione capeggiata da Aniello Romano e dai suoi fedelissimi Ciro Gaeta e Giuseppe Concilio, sgominata ieri dai poliziotti agl’ordini del vicequestore Giovanni Di Palma, che ora stanno dando la caccia allo spacciatore agropolese, irreperibile ma già localizzato in Spagna.

Ammonta ad oltre 1 milione di euro l’anno il business della droga messo in piedi da Romano e i suoi sodali: fiumi di eronia, cocaina, crack e hashish acquistati nell’hinterland napoletano e dai clan dell’Agro Nocerino-Sarnese, da smistare nei quartieri salernitani di Pastena, Mariconda, Fratte, Sant'Eustachio, Mercatello e Fuorni-San Leonardo, e nelle piazze di San Mango Piemonte, Giffoni Valle Piana, Agropoli e Baronissi. 

La rete di pusher comunicava utilizzando cellulari intestati a prestanome o persone inesistenti, utilizzando messaggi criptici, chiamando i chili di droga “calamari” e rifornendo i clienti proprio nella pescheria gestita da Aniello Romano e la sua convivente, indagata a piede libero per favoreggiamento. Nel corso dell’operazione sono stati sequestrati circa 20 kg di cocaina e 10 di eroina, un’arma da sparo artigianale occultata all’interno di una penna, 9 cartucce calibro 22 e 67 cartucce per fucile calibro 12.