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OPERAZIONE DELLA DDA
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Campagna, spaccio di droga: raffica di assoluzioni e prescrizioni in Appello
Alfonso Stile
17 gennaio 2023 09:26
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CAMPAGNA. Spaccio di droga a Campagna: quasi tutti prosciolti gli imputati. Caduta definitivamente l’accusa di associazione finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti. Dopo una lunga camera di consiglio, la Corte d’Appello di Salerno, presieduta dalla dott.ssa Silvana Clemente, ha emesso la sentenza d’Appello che ha definito il procedimento con cui la DDA presso Procura della Repubblica di Salerno, a seguito di complesse e laboriose attività d’indagine supportate da intercettazioni telefoniche ed ambientali, aveva acceso i fari sul gruppo che ha operato, nel territorio di Campagna, in epoca successiva al 2010. Gli imputati erano accusati in concorso, a vario titolo, di detenzione, spaccio e coltivazione di sostanze stupefacenti, nonché porto illegale di armi e munizioni e danneggiamento aggravato. Il blitz risale al giugno del 2017.

Il Tribunale, accogliendo le argomentazioni della difesa degli imputati, già in primo grado aveva assolto Davide Nieddu (difeso dall’avv. Nicola Naponiello), Fabio Cafaro (difeso dall’avv. Michele Fiore) e Gerardina Piccirillo (difesa dall’avv. Dario Barbirotti) dal più grave reato di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti ed aveva ridimensionato, quasi per tutti, le richieste di condanna formulate dal procuratore aggiunto.

Così, all’esito del primo giudizio, Davide Nieddu, a fronte della richiesta del pm di condanna alla pena di 9 anni di reclusione, era stato condannato a 4 anni, 1 mese e 10 giorni; Fabio Cafaro, a fronte della richiesta di condanna a 9 anni e 6 mesi, era stato condannato a 2 anni e 5 mesi; Emanuele Sessa, a fronte della richiesta di condanna a 8 anni e 6 mesi, era stato condannato a 3 anni; Cosimo Busillo, a fronte della richiesta di condanna a 8 anni, era stato condannato a 7 anni e 2 mesi; Armando De Luna, a fronte della richiesta di condanna a 5 anni e 10 mesi, era stato condannato a 5 anni e 2 mesi; Camelia Agiurgioaei, a fronte della richiesta di condanna a 7 anni e 3 mesi, era stata condannata a 6 anni e 8 mesi;  Stefano Calzaretta, a fronte della richiesta di condanna a 2 anni e 3 mesi di reclusione, era stato condannato a 1 anno e 8 mesi, pena sospesa; Anna D’Ambrosio, a fronte della richiesta di condanna a 3 anni e 3 mesi di reclusione, era stata condannata a 2 anni e 2 mesi di reclusione; Fabio Viviani, a fronte della richiesta di condanna a 1 anno e 9 mesi, era stato condannato a 1 anno e 6 mesi di reclusione, pena sospesa; Antonio Pepe, a fronte della richiesta di condanna a 3 anni e 6 mesi, era stato condannato a 1 anno e 4 mesi, pena sospesa;  Carmine Mansi, a fronte della richiesta di condanna a 1 anno e 9 mesi, era stato condannato a 1 anno e 5 mesi; Daniele Fimiano, a fronte della richiesta di condanna a 3 anni di reclusione, era stato condannato a 1 anno e 8 mesi, pena sospesa; Gelsomino Del Giorno, a fronte della richiesta di condanna a 3 anni e 6 mesi, era stato condannato a 1 anno e 6 mesi, pena sospesa; Mirko Glielmi, a fronte della richiesta di condanna a 2 anni, era stato condannato a 6 mesi, pena sospesa.

Ma all’esito del giudizio d’Appello, la Corte ha assolto anche Cosimo Busillo e Camelia Agiurgioaei del reato di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, ed ha prosciolto da ogni imputazione, per intervenuta prescrizione, Cafaro Fabio, Fimiano Daniele, D’Ambrosio Anna, Calzaretta Stefano, Glielmi Mirco, Mansi Carmine, Nieddu Davide, Del Giorno Gelsomino, Viviani Fabio, oltre che lo stesso Busillo Cosimo in relazione ad ipotesi di reato minori. Gli imputati erano difesi dagli avvocati Nicola Naponiello, Costantino Cardiello, Michele Fiore, Livio Moscato, Bianca De Concilio, Mario Pastorino, Carmine Francia.

Rideterminata, infine, la pena per De Luna Armando in anni 4 di reclusione, e per Sessa Emanuele in anni due di reclusione (questi ultimi imputati difesi rispettivamente dagli avv.ti Maurizio Mastrogiovanni e Gianluca D’Aiuto). Le indagini, partite nel 2013, avevano permesso di disvelare un’ampia rete di spaccio di sostanze stupefacenti del tipo marijuana e crack alla quale si approvvigionavano i tossicodipendenti della zona nonché di ipotizzare, nella costruzione accusatoria, l’esistenza di un’associazione finalizzata al traffico illecito di stupefacenti. Ipotesi definitivamente tramontata all’indomani della sentenza della Corte d’Appello, la quale apre la via ad una eventuale revisione dell’altra sentenza con la quale furono già condannati, dopo il giudizio abbreviato, proprio per associazione, Busillo Antonino e Glielmi Gaetano.  



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