AGROPOLI. Bufera, ieri sera, al Consiglio comunale ad Agropoli. La maggioranza inverte l’ordine del giorno, saltando di fatto la discussione di 16 tra interrogazioni e mozioni presentate dalla minoranza, per poi abbandonare l’aula all’ultimo punto, scatenando le ire dell’opposizione che aveva già annusato l’epilogo.

A chiedere di iniziare prima dal punto 17 è il presidente del Consiglio, Franco Di Biasi, che in apertura di consesso legge quattro pec inviate da altrettanti consiglieri di maggioranza presenti, ovvero Nicola Comite, Gennaro Russo, Franco Crispino e Giancarlo Santangelo. I capigruppo di opposizione Massimo La Porta e Raffaele Pesce capiscono subito l’antifona e, per tutta la seduta, accusano il sindaco Mutalipassi e la sua maggioranza di calpestare la democrazia, sottraendosi al confronto pubblico davanti al popolo. Pesce grida "vergogna!" poi chiede e ottiene copia delle pec, contestando a più riprese le motivazioni addotte dai quattro esponenti della maggioranza e preannunciando di segnalare l’accaduto a prefetto e forze dell’ordine.  

ma non serve ad evitare la prevedibile conclusione. I quattro autori delle pec abbandonano infatti al punto 27 l’assise civica, decretandone così la fine per mancanza del numero legale. In aula volano ancora parole grosse tra i rispettivi schieramenti: Pesce non usa mezzi termini dimostrando indignazione; Elvira Serra chiede di riceve comunque le risposte scritte che aveva chiesto nelle sue interrogazioni a sindaco e giunta; Gerardo Santosuosso cita la Divina Commedia; Massimo La Porta sottolinea in rosso la data del Consiglio come punto più basso della politica agropolese, bollandola come una figuraccia mai accaduta prima.  Al riguardo, però, La Porta subisce la reprimenda del presidente Di Biasi che, nel riportarlo indietro nel tempo, gli ricorda che la stessa cosa avvenne nel maggio del 2017, quando La Porta era esponente della Giunta.