CAPACCIO PAESTUM. Botte alla moglie davanti al figlioletto. Pena a 2 anni e 8 mesi definitiva, per mancato ricorso in Cassazione, per il 59enne residente a Capaccio Paestum colpevole di maltrattamenti in famiglia. A stabilirlo la Corte d'Appello di Salerno, con sentenza emessa il 6 dicembre scorso e depositata il 3 febbraio. L'uomo, originario di Altavilla Silentina ed assistito dall’avv. Antonio Miano, ha, nel corso della convivenza coniugale, anche alla presenza del figlio, poi deceduto, sottoposto a percosse, ingiurie e minacce la donna, una 53enne difesa dall’avv. Ciro Vicidomini. Nel 2022 la sentenza di primo grado, con la condanna a 3 anni di reclusione e al pagamento delle spese processuali, con l’interdizione per cinque anni dai pubblici uffici, ora riformata dalla Corte d’Appello.
"Il passaggio in giudicato della sentenza emessa dalla Corte di Appello di Salerno - commenta l’avv. Vicidomini – cristallizza, oltre ogni ragionevole dubbio, l'esatta dinamica dei fatti di causa ascritti nel capo d'imputazione e di cui è stata vittima la persona offesa. Sul punto ritengo doveroso precisare, attese le precedenti considerazioni formulate dal difensore dell'imputato che tacciavano maldestramente l'onorabilità e la credibilità della mia assistita, che dall'analisi del corredo motivazionale della sentenza ut supra emerge per tabulas che la ricostruzione dei fatti offerta dalla mia assistita è stata vagliata positivamente da ben due autorità giudiziarie, ritenendola pienamente attendibile e non smentita dalle molteplici censure di controparte. In quest'ottica la vicenda che ci occupa dovrebbe essere governata secondo il noto brocardo Quod non est in actis non est in mundo".