Attualità
IL RICORDO DEL SISMA
IL RICORDO DEL SISMA
Terremoto 1980, 43 anni dopo una ferita ancora aperta per la Campania
Redazione
23 novembre 2023 10:22
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SALERNO. Sono passati 43 anni, la triste ricorrenza, eppure sono ancora visibili, evidenti, gli effetti del terremoto che la sera del 23 novembre del 1980, alle ore 19.34, sconquassò la Campania. I morti stimati furono 2.735, di cui 1.762 in provincia di Avellino, 674 in quella di Salerno, 153 nel Potentino, 12 in provincia di Caserta, 3 in provincia di Benevento e 131 nel Napoletano, 8.848 le persone ferite, 400mila senzatetto.  Il terremoto irpino-lucano, considerato il sisma più violento dal dopoguerra ad oggi, mise in luce varie problematiche tra cui la fragilità e la fatiscenza del patrimonio edilizio italiano, l’enorme ritardo nei soccorsi e l’urgenza della realizzazione della moderna Protezione civile. Proprio da questo sisma è partito l’iter amministrativo dell’istituzione del Dipartimento della Protezione civile.

“Il mio commosso ricordo è oggi rivolto alla comunità dell’Irpinia, colpita dal devastante terremoto del 23 novembre 1980” ha dichiarato il Ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, in occasione del 43mo anniversario del sisma. “Alle famiglie delle vittime, segnate ancora  da una ferita indelebile, esprimo la più sincera vicinanza. Va rinnovata la riconoscenza a tutti gli operatori delle Forze dell'ordine, dei Vigili del fuoco e del mondo del volontariato che, fin dalle prime ore, si prodigarono con straordinario impegno per prestare soccorso alla popolazione. Una testimonianza perenne di solidarietà e abnegazione. La mia Irpinia, pur provata dalla sofferenza, non si arrese. Grazie al coraggio e al sacrificio dei suoi cittadini, seppe rialzarsi, dando dimostrazione di quell'ammirevole forza d’animo che la contraddistingue da sempre e che ha permesso di far rinascere un territorio meraviglioso” ha sottolineato il titolare del Viminale.

"Sono trascorsi ormai 43 anni dal terremoto dell'Irpinia. Il sisma devastò interi paesi, lasciò migliaia di persone senza casa, fece quasi tremila vittime. Dopo tanti anni, ogni 23 novembre si rinnova il dolore di una ferita mai rimarginata". Questo il messaggio del presidente della Provincia di Salerno e sindaco di Capaccio Paestum, Franco Alfieri. "È nostro dovere fare memoria di quell'evento, ricordare chi in quella circostanza perse la vita. Ma è nostro dovere di classe politica e dirigente soprattutto fare in modo che, attraverso politiche di prevenzione e l'adozione di necessarie misure antisismiche, tragedie così possano non ripetersi più".

"Sono trascorsi 43 anni ed è ancora vivo il ricordo di quel giorno che cambiò la nostra vita,  trasformando le nostre giovani certezze in un improvviso senso di impotenza". Questo il ricordo della sindaca di Battipaglia, Cecilia Francese: "Erano poco oltre le ore 19:30 di una domenica qualunque del 1980. Una scossa di terremoto fortissima, di magnitudo 6.9, con epicentro tra i comuni dell’Irpinia sconvolse nell’immediato la nostra quotidianità. Il terrore si materializzò in novanta secondi. Quel titolo “FATE PRESTO” lanciato in prima pagina il 26 novembre dal quotidiano “Il Mattino”, raccogliendo il monito di quel grande Presidente della Repubblica che fu Sandro Pertini, rese definitivamente manifesto a noi tutti, ed all’Italia intera l’effettiva entità dell’evento. Città rase al suolo. Migliaia di morti a cui si aggiunsero sfollati e feriti. Tutta la Campania e parte della Basilicata fu messa in ginocchio. Presso il piazzale esterno dell’ospedale di Battipaglia l’esercito installò ben 17 tende per prestare soccorso ai numerosi feriti che giungevano dai comuni limitrofi. Il sisma del 23 novembre 1980  ci parla ancora oggi e ci ricorda l'importanza della "prevenzione sismica" e degli interventi di ricostruzione rispettosi delle terre dove intervengono".



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