NAPOLI. Il 25 novembre 2020 ha segnato la fine di un'epoca nel mondo del calcio, con la morte del campione argentino Diego Armando Maradona. Oggi, a tre anni dalla sua scomparsa, Napoli ricorda e celebra il genio che ha incantato i tifosi azzurri ed il mondo intero. Il 1984 segnò l'inizio di un capitolo straordinario per il calcio napoletano quando Maradona, il "Pibe de Oro" argentino, fece il suo ingresso trionfante. Fu una mossa che cambiò la storia, portando il Napoli a vette mai raggiunte prima. La maglia azzurra numero 10 divenne il mantello di un supereroe moderno, con Maradona che incantava il pubblico con la sua abilità unica. La sua visione di gioco, il controllo palla magistrale e i gol spettacolari rimarranno indelebili nella memoria dei tifosi napoletani. Il Napoli vinse due scudetti di Serie A durante il periodo d'oro di Maradona, nel 1986-87 e nel 1989-90. Fu un trionfo che andò oltre il campo da gioco; fu una storia di riscatto e orgoglio per una città spesso trascurata. Il gol "mano de Dios" contro l'Inghilterra durante il Mondiale del 1986 e la "corsa del secolo" resteranno epici nel pantheon del calcio mondiale. Ma per i napoletani, quei momenti non erano solo successi sportivi, erano simboli di resistenza e affermazioni di dignità. La magia di Maradona non si esauriva sul campo da gioco. Era un'icona, un leader e un compagno di squadra amato. Il suo carisma trascendeva le barriere culturali e linguistiche, facendolo diventare uno dei giocatori più amati e rispettati al mondo. Il Napoli ha ritirato la sua maglia numero 10, un gesto che sottolinea l'eternità del suo impatto sulla squadra e sulla città. Anche oggi, il murale di Maradona che adorna la città testimonia l'amore immortale dei napoletani per il loro eroe calcistico.